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Economia


CAPIAMO L’ECONOMIA  CIRCOLARE GENERA VALORE
a cura di Pellegrino Maja Paulina 3^ C ITE


L’economia circolare è considerata uno dei modelli economici innovativi più diffusi in questo periodo di crisi, in quanto la teoria si basa sul recupero ed il riciclo delle risorse ed il ripristino dei prodotti. 
I quali prima di divenire realmente "rifiuti" dovranno vivere con altre funzioni. 
Cosa significa?
Se realizziamo prodotti il cui uso e funzione può cambiare in relazione alle necessità e del tempo, avremo un prodotto con "più vite", che servirebbe per più tempo. E quando non sarà più utilizzabile il suo "rifiuto" potrà essere riciclabile.
Per gli autori della teoria il rifiuto è visto come "non rifiuto", un qualcosa che può ancora servire e non essere eliminato bruciandolo e immettendo nell'atmosfera CO2.
“Lo scarto è nutrimento”, “la diversità è forza”, “basarsi su energia rinnovabile” e “pensare in termini di sistema”,  sono i quattro principi dell’economia circolare. Tale modello si oppone a quello diffuso di “economia lineare”, dove l’utilizzo delle risorse avviene con i processi di produzione, consumo e smaltimento. 
Il concetto di circolarità  fa si che le risorse vengano impiegate nel miglior modo, determinando un doppio canale di offerte di prodotti tra quelli durevoli (progettati per durare il più a lungo possibile) e quelli a vita breve (che dovranno essere realizzati in materiali smaltibili o riciclabili). 
Nel 2040, è stimato un aumento di popolazione pari a 9 miliardi di abitanti, di cui un terzo dei quali consumerà come gli abitanti degli attuali paesi ricchi. È pertanto importante sostenere l'attuale tipo di economia.
Ecco il motivo perchè questi studiosi cercano fortemente una solazione al problema che non è solo per i rifiuti ma anche per l'ambiente.


L’ECONOMIA ITALIANA NEL VENTUNESIMO SECOLO
a cura di Pellegrino Maja 3^ C ITE

 “L’idea che il G7 sia immune all’economia globale, è ridicola”. 
Così parla Wolfgang Münchau, asserendo inoltre che l’Italia non sarà immune ai cambiamenti dell’economia internazionale grazie ai tagli e alle riforme del governo. 
 Attenendosi ai dati resi pubblici dall’eurozona il 13 novembre 2015 , il pil italiano sta diminuendo. 
L’introduzione dell’euro ha soltanto peggiorato la situazione economica di molti italiani e se il nostro Paese non riuscirà a superare questo periodo di abbattimento, difficilmente potrà restare nell’eurozona. 
Purtroppo, si può solo sperare in quest’impresa, dal momento che la disoccupazione è in crescita e le banche italiane stanno sottraendo risparmi ad azionisti e creditori per cercare di saldare debiti già accumulati nel 2008 (bail-in).
Quando si parla di crescita economica, ci si collega direttamente al futuro del nostro Paese nell’Europa ….... sarà quindi possibile riemergere socialmente ed economicamente prima di essere dimenticati del tutto?





LAVORO A GETTONI? NO GRAZIE!
a cura Ricca Federica 4^ M ITE

Cos'hanno in comune un sito per i servizi assistenza alla famiglia, una società che procura veterinari on-demand, un servizio che cura consegne a domicilio per conto di negozi e ristoranti, una società che offre servizi agli uffici, anche istantanei?
Sono la testimonianza della gig economy dei lavori a gettone detta anche Uber economy, che sta prendendo sempre più piede in America, influenzando anche l'Europa. Queste piccole imprese, messe su generalmente da giovanissimi dedite a facilitare servizi in settori altrimenti bloccati dalla loro rigidità, sono sempre più diffusi e all'avanguardia!
Hanno però un vizio capitale: chi le inventa non ha tutele ne le da. 
Nasce dunque a San Francisco, il Good Work Code, su iniziativa della Nation Domestic Work Alliance :"un'alleanza che riunisce organizzazioni che tutelano lavori a domicilio (baby-sitter, badanti, personale delle pulizie ecc ecc), senza sindacato quindi non tutelati dalle leggi sul lavoro". 

Perchè le leggi tutelano solo il personale strutturato con contratto fisso, ma ignorano i precari del lavoro a gettone. 

I firmatari di questo accordo propongono di imporre a questi nuovi lavori, diversi da quelli tradizionali e anche differenti tra loro per contenuti di prestazioni, tempo, modalità, e forma di retribuzione, 8 valori base, tra cui: un salario sufficiente per vivere degnamente, adeguata trasparenza, sicurezza sul lavoro, politiche di inclusione nell'azienda e possibilità di crescita professionale nell'arco del tempo. 
Mentre i sindacati tradizionali americani sono contrari a queste start up, circa 54 milioni di americani sono impegnati nel lavoro freelance. quindi il problema di come tutelarli esiste e si impone, anzi con urgenza. In realtà il problema è difficile da decifrare anche statisticamente perchè è un lavoro di natura volatile, può essere provvisorio, perchè passa attraverso canali digitali e perchè si evolve continuamente. Se da un lato questa nuova forma di economia affascina perchè pone le basi per il superamento della crisi lavorativa dell'ultimo secolo, dall'altro mette in discussione tutte le lotte sociali per raggiungere i diritti dei lavoratori. 
A destare preoccupazioni sono anche le previsioni di stime autorevoli che prevedono che entro pochi decenni i robot potrebbero "mangiarsi" quasi la metà dei posti di lavoro, oggi coperti da esseri umani, sia lavoratori stabili sia freelance. In questo quadro cambia aspetto anche il criterio di selezione per aggiudicarsi un posto di lavoro. Quindi questa nuova economia on-demand che presumibilmente aprirà nuove porte al nostro futuro, annuncia il proliferare delle nascite delle start up che si collocano negli snodi del sistema produttivo o servizi (per ora principalmente nel secondo). 

Proposta economica buona, ma da revisionare. Novità si, tutele anche! PERO'!



BAD BANK 
una serie di domande e risposte a cura della redazione

Cosa è una Bad Bank e quando/perchè la si introduce

Bad Bank è la definizione di un veicolo societario dove si mettono tutti i crediti in sofferenza, definiti in inglese NPL (non performing loans) termine che appare più chiaro di quello italiano: crediti che non funzionano più. In realtà, questa società potrebbe anche non essere una banca se un investitore diretto compra questi crediti (è il caso tipico di grandi fondi internazionali di investimento).
D’accordo con l’inefficienza delle banche e delle non-competenze dei dipendenti, ma come dicono alcuni, la BB diventerà l’Equitalia delle Banche, un banca a recupero crediti. L’accennati i metodi non saranno certo ortodossi e speriamo che il governi solleciti, prima della sua nascita, delle eque regolamentazioni, ma anche questo risulta essere un operazione Salva Banca non ti sembra? Soprattutto se vi entrerà lo Stato, che pare sembri essere interessato. Ma se non è lo Stato chi potrà far parte di questa BB e gestirla e con quali garanzie di debito?(o credito eventualmente?
Il problema della qualità dei recuperi. Se ci si affida a ricuperatori professionali (NPL Specialist), in Italia esistono ottime società con codici deontologici rigorosi e rispettati che, pertanto, seguono attentamente anche le reti di avvocati dedicati al recupero, ed anche gli operatori che agiscono sul “piccolo mercato” attraverso il telefono. Se vogliamo, è forse questa l’occasione per moralizzare, marginalizzando, anche attraverso pesanti sanzioni, gli squali del mercato. Quanto alla Equitalia delle banche, non sono d’accordo. Qui il principio è un altro: se i soldi li hai presi li devi ridare. Naturalmente esiste una gerarchia di debitori: ci sono quelli che hanno avuto veri tracollli e ci sono coloro che sono professionisti del “buco”. Cioè ci sono operatori che scientificamente sanno come non pagare un telefonino o un televisore, ovvero imprese che operano senza frenare prima del fallimento. In questo caso la selezione la fa il mercato stesso. E’ ovvio, infatti, che se qualcuno è in sofferenza senza colpa non avrà nemmeno tante possibilità di restituire, per cui sarà svalutato al massimo e il recupero, se ci sarà, sarà minimale.



CONFLITTO DI INTERESSI E BANCHE   a cura di Ricca Federica 4^ M ITE

Nei giorni scorsi si è conumata una vera e propria fiction tra il Premier Matteo Renzi e il presidente della commissione europea Claude Junker. I toni si sono inaspriti e i comportamenti formali sono venuti meno, lasciando trasparire alcuni dissapori soffocati da tempo. 
L'ultimo episodio risale a venerdì della scorsa settimana, con l'irritazione del Presidente Junker, e l'accusa al governo italiano di prendersi dei meriti non suoi sulla flessibilità dei conti pubblici che si chiede in Europa. E subito subito, un' altra puntata e con una frecciatina le fonti dell'UE sono arrivate a dire di non aver interlocutori in Italia(lo stesso Junker). 
Se si rompono gli equilibri e i rapporti fra i membri dell'unione non c'è quindi da sperare in una sorta di di serenità, o almeno una schiarita, causa i toni non proprio istituzionali che ultimamente a Roma sono stati usati nei confronti di Bruxelles e viceversa. 
La caduta dei mercati e il calo del costo del petrolio in questi giorni, sicuramente, può trovare spiegazioni in questo caos mediatico che si sta diffondendo in E.U.. 
Ci sono situazioni che sono molto più legate di quello che appare. La Borsa è fatta così, quando vede margini di incertezza, incomincia a scommettere sulle oscillazioni e sulla possibilità di avvantaggiarsene. Interpreta a modo suo le parole. 
Altra tensione che si aggiunge è quella delicata delle banche, soprattutto le italiane nell'occhio del ciclone, tra cui quella più grande del Monte dei Paschi di Siena,  che destabilizzano e non poco sia la Borsa sia i poveri correntisti dai danni ulteriori che ne potrebbero ricevere. Il sistema, ha più volte sottolineato il governatore della banca d'Italia Ignazio Visco, nel suo complesso è solido pur non avendo beneficiato in maniera massiccia degli aiuti di stato, come latre banche europee. Ma non rimane immune dall'andamento dei mercati e dal clima di incertezza che ne deriva. Le regole che dovrebbero garantire una stabilità e una cooperazione integrale, non sembrano sufficienti. La nascita del Bad Bank (la banca dove dovrebbero confluire i crediti in sofferenza, difficilmente esigibili) è un cantiere aperto da realizzare che potrebbe sgombrare il campo su molte ambiguità di cui i mercati si stanno nutrendo. 
E' bastata la notizia dell'indagine conoscitiva della Banca Centrale Europea sulla situazione di governance e sui crediti a rischio di alcuni istituti, per riaccendere le preoccupazioni. Mentre la Francia, la Spagna e la Germania rafforzano il loro sistema con aiuti pubblici, l'Italia è lasciata a salvarsi da sola. Perdippiù in funzione della nuova legge Europea del BAIL IN, che determina l'assenza di aiuti pubblici alle Banche in sofferenza, si sta creando un clima negativo nei confronyi della nostra nazione anche perchè cerca di rispettare le regole mnetre altri paesi no. 
L'Italia si sta impegnando in un percorso di risanamento difficile e doloroso e tanto ancora resta da fare. Si parla della fine dell'austerità fiscale, ma la crescita europea rimane debole, i disoccupati sono enormi nel numero. La ripresa non dipende solo dall'attuazione di azioni politiche espansive al fine di un bilancio in pari ma anche dagli investimenti europei che  saranno effettivamente previsti. Necessita allora una soluzione condivisa. Per questo l'Italia chiama  la Comunità Europea a risolvere insieme i problemi e a non sviare le soluzioni, magari apostrofandosi a vicenda. 



Approvato il "BAIL IN"     a cura di Ricca Federica 4^ M ITE

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all'attuazione della direttiva europea sulle crisi economiche che possono coinvolgere le banche. Infatti dal 1 gennaio 2016 i salvataggi delle banche "in crisi" non saranno più sostenuti dallo stato bensì dagli istituti stessi. In primis dagli azionisti delle banche coinvolti, poi dagli obbligazionisti, infine se necessario, dai correntisti con depositi superiori ai 100 mila euro. 
Una nuova era per il sistema bancario inizia, il BAIL IN, il salvataggio del sistema dall'interno, ovvero con le risorse interne al sistema stesso, sostituisce il BAIL OUT, ovvero il salvataggio dall'esterno tramite le casse pubbliche. 
Quindi, quando una banca fallisce (come sta capitando in questi mesi in alcune banche europee) o è in crisi debitoria interverranno a coprirli gli stessi azionisti. Siccome però è quanto mai probabile che i debiti superino di parecchio gli investimenti di questi ultimi, sicuramente al salvataggio saranno indotti anche i correntisti sopra i 100 mila euro, così come recita la normativa. 
Il nodo del problema potrebbe infatti nascondersi nella tempistica dell'Europa, che ha imposto all'Italia (e ad altri 10 stati) di adottare queste misure entro 2 mesi. Perchè così poco tempo? Forse che, come si legge da molte parti specializzate nel settore bancario, ci sia alla fine dell'estate qualche inconveniente in arrivo?
Il governatore della Banca d'Italia Visco in audizione proprio, in questi giorni al Senato, aveva ed ha avvertito che le banche "dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportato dalle nuove regole, che non consentono d'ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio da parte dei suoi creditori". 
Ora le banche italiane che, in base al Bail In, hanno accumulato sofferenze per 330 Miliardi di euro, molto probabilmente si accingeranno a far pagare, in parte, i propri debiti anche ai correntisti, in un certo qual senso è come rivedere la situazione di Cipro quando le banche, senza alcun preavviso, hanno chiuso gli sportelli e bloccato i bancomat.
Interverrà però, come da accordo di questi giorni del Ministro Padoan con il rappresentante U.E. Vestiger, la costituzione di Bad Bank per rimediare almeno a quei debiti derivanti da crediti non  soddisfatti.
Al momento pur non essendo possibile una revisione di questa legge in quanto già approvata, occorre informare maggiormente i cittadini sulla sua applicazione e di implicazioni(economiche) che potrebbero insorgere qualora gli Istituti di Credito di riferimento si trovassero in cattive acque. 
Sembrerebbero, queste nuove norme europee, un po troppo conflittuali con chi, correntisti, nulla hanno da spartire con chi, invece, ne beneficia degli utili, azionisti e obbligazionisti.
Sicuramente, lo apprendiamo da ieri, di nuovo da Visco, in qualità di governatore di BankItalia, che il Bail In così come è stato approvato non va bene per nulla, per cui occorrerà che il nostro paese e i suoi governanti si apprestino, al più presto, a fornire tutte le indicazioni e le modifiche necessarie da discutere in Europa. 
Poichè è fuori discussione che chi non trae utili dalle banche perchè mai dovrebbe pagare per l'amministrazione che ha investito e condotto male le stesse banche. 
Ci chiediamo anche perchè e in forza della cattiva gestione delle banche non debbano pagare chi ha amministrato male sia con il licenziamento che il pagamento di tale malagestione? 

BAD BANK  O S.P.V (special purpose veicle) part 2^

una serie di domande e risposte a cura della redazione

La definizione esatta di BAD BANK è S.P.V. (special purpose vehicle). Queste società sono regolate da una legge ad hoc fatta apposta per le cartolarizzazioni, la Legge 130 del 1999. Per questo, in gergo, gli SPV sono chiamati anche “veicoli 130”. Nel mercato ordinario lo stato non deve per nulla aiutare queste società. Il sistema funziona oramai bene da 17 anni. Uno degli scopi è quello di creare dei titoli, cioè carta commerciale, di qui la definizione di “cartolarizzazioni”, da dare alla BCE per ricevere i soldi del quantitative easing. In sostanza, la BCE ti dà soldi la cui restituzione si garantisce con i proventi generati dai crediti che stanno dentro l’SPV. Questo è un modo per moltiplicare le capacità di affidamento, se si cartolarizzano crediti buoni.


I titoli sono divisi in due o tre categorie. Le due categorie base sono:
”senior”, che rappresentano quella parte che si pensa sicuramente di recuperare per cui sul mercato spunta un prezzo (cioè un tasso, visto che sono titoli) più basso. Se poi c’è un buon rating (giudizio, voto) di una società specializzata, il prezzo è ancora più basso. Sono titoli pagati per primi.
”junior” che rappresentano la parte che si pensa più difficile da recuperare, magari anche solo considerando, per tutti crediti in bonis, la percentuale fisiologica di mortalità. Ovviamente, questi titoli scontano un prezzo più alto. Sono titoli pagati per ultimi.
Può esistere una categoria di mezzo, detta “mezzanine”, che rappresenta una percentuale che potrebbe avere maggior difficoltà di recupero, ma non è rappresentativa come le “junior”di possibili default (default = cadute = perdite, dai segnatevi un altro po’ di questa parole che fanno chic se inerite in una conversazione). Il costo è naturalmente più alto delle senior, ma – probabilmente – le senior, a questo punto, costano ancor meno, perché rappresentative solo del meglio del meglio (cioè della cifra che “sicuramente” rientra, o almeno si spera). 
Perchè si tengono? Perchè così la "carta-titoli" che è in giro è solo buona.
Se però si tengono, la banca non può “deconsolidare” questi crediti, cioè non può togliere l’impatto sul patrimonio (e quindi sui coefficenti patrimoniali, i ratios) perché, nella sostanza, è come se si vendessero le cose buone e si tenessero le perdite quasi certe in pancia. Non c’è nulla di male, visto che dalla parte buona prendo soldi a un prezzo accettabile, solo che la banca deve tenere proprio patrimonio a garanzia di questo rischio di perdita che non dà via.
Se si vendono, li comprano di solito fondi speculativi che vogliono, per questo, tassi alti. Di sicuro non possono andare a investitori privati (e, si spera, non si mettono in fondi d’investimento non speculativi).
Naturalmente, si possono cartolarizzare anche i crediti cattivi, cioè le sofferenze. Di qui la definizione di Bad Bank data ad un SPV dove si mettono questi crediti.
Anche in questo caso caso ci sarà un tranche senior, che rappresenta quel che si pensa comunque di recuperare da crediti ovviamente già svalutati, cioè dove ho portato a perdite quel che sicuramente non si riprenderà più. Ma ci saranno anche titoli junior, che rappresentano quella parte che comunque, anche avendo fatto grosse svalutazioni, proprio non si riesce a riprendere.
Quanto sarà grande questa tranche junior? Dipende: tanto meno sono svalutate le sofferenze per non far vedere troppe perdite e tanto più titoli junior saranno creati.
Qual è il problema specifico di queste cartolarizzazioni fatte dalle banche? E’ che sono solo crediti N.P.L. (non performing loans = sofferenze, magari di soldi dati agli amici degli amici), quindi il rischio di mancato pagamento è altissimo.


BAIL IN E CASSAFORTI   a cura di Ricca Federica 4^ M ITE

Casseforti, la nuova passione italiana!
Il Bail-in spinge i risparmiatori a diffidare delle banche. La gente ha paura e preferisce tenere sotto controllo i propri risparmi di una vita. 
E cosa c'è di più sicuro della propria casa? 
Una banca che non conosce inflazioni, interessi e soprattutto manovre bancarie. Alla sicurezza della vecchia mattonella o del vecchio materasso forse un po demodè, si sostituiscono moderne casseforti e mobiletti blindati che ultimamente hanno trovato collocazione in molte abitazioni soprattutto del Nord Italia. 
La casa, diventa così una banca personale dove non ci sono file, contocorrenti, libretti di assegni, ma solo contanti che spesso non riesce ad essere controllato dall'Agenzia delle entrate. Se avere una disponibilità liquida di denaro può rassicurarci, dall'altra può essere motivo di preoccupazione, perchè i truffatori sono sempre in agguato. Gli anziani sono gli obiettivi prescelti. 
Ultimamente sono stati registrati molti casi. Quindi bisogna stare con gli occhi ben aperti perchè nell'aria c'è profumo di truffa.



LA STRETTA DELL’EUROPA PER I PARADISI FISCALI   a cura Camelio Noemi 3^ C ITE 

Dopo il Lussemburgo e l’Olanda ed essere toccato dalla commissione europea per il regime da paradiso fiscale concesso alle multinazionali è il Belgio. 
Al governo belga, infatti, sono stati contestati riduzioni di imposte per 700 milioni ottenute da 35 imprese. 
Alle imprese che avevano stabilito la residenza fiscale in alcuni paesi europei, erano state promesse riduzioni della tassazione, in concorrenza con quelle offerte da altri paradisi fiscali. La Commissione Europea ha perciò, prontamente, imposto il recupero dei benefici ottenuti dalle 35 imprese.  Ciò si è rivelato necessario in quando si sarebbe venuta a creare una situazione iniqua, ovvero differenze di pagamento delle tasse tra le imprese a tutto vantaggio di quelle più agevolate(dal regime di paradiso fiscale=pagare poche tasse) ne avrebbero ottenuto maggiori benefici.
Non è stato ancora ben delineato, a mio avviso, il confine tra residenza fiscale e residenza degli impianti in quanto sembra un po strano che un Azienda qualsiasi possa vere strutture in Italia, per esempio, e pagare le tasse in Irlanda, paese in cui detiene la residenza fiscale. Sarebbe per il normale cittadino, immaginabile o legale, di trasportare la sua residenza fiscale all'estero? NO in entrambi i casi. 
E allora perchè per le fabbriche e le Società sì!
E' chiaro che le grandi aziende e multinazionali hanno impianti un po ovunque, però sarebbe corretto che un paese le facesse pagare per la quota parte degli impianti presenti sul proprio territorio che generano profitti. Anche perchè queste stesse aziende possono agevolarsi di migliorie fiscali ed  economiche delle leggi esistenti, si veda in Italia il Job's Act, con un gran risparmio-per i primi tre anni- sulle spese per i lavoratori. 
Quindi da un lato la residenza fiscale "estera" porterà vantaggi per pagare meno per le tasse, mentre quella nazionale risparmio per consentire l'occupazione. Vantaggi che noi poveri cittadini di certo non abbiamo per cui si ritiene comunemente, e lo si legge-ascolta in tutti i media, che ciò potrà creare dei veri problemi se non ben analizzato e con una legge specifica.
Intanto è in corso uno scambio di informazioni tra Bruxelles(COMMISSIONE EUROPEA) e Roma(GOVERNO) per la costituzione di una Bad Bank(si veda nostro articolo informativo qui: http://iisfermigaetamagazineonline.blogspot.it/p/economia.html#nodo4) in cui far confluire i prestiti non esigibili di banche in difficoltà.



AAA turisti cercasi!!!          a cura di Ricca Federica 4^ M ITE

Ma dove sono finiti, quegli strani ometti dai tratti somatici, asiatici, che camminano in gruppo con cappellini e macchine fotografiche al collo, che passano ore davanti al Colosseo estasiati, a immortalare le bellezze del nostro Paese da ogni angolatura?
Si dice che abbiano cambiato mete turistiche, preferendo altri paesi europeri come la Germania. L'Italia che fino a qualche anno fa ha catturato la loro curiosità, la loro voglia di conoscenza, ormai è passata di moda. Questi cali di presenza, hanno trascinato il Bel Paese nei bassi posti della classifica dei paesi più visitati al mondo, precisamente al 26 posto. La spiegazione a questo fenomeno è da trovarsi nella crisi della moneta, nell'aumento del caro benzina, nei servizi non efficienti e nella paura dell'ISIS. 
E forse anche nel numero del personale addetto non sufficientemente impiegato nel settore turistico. Ma com'è possibile che l'Italia, che vanta il primato di numerose città d'arte, che ospita nel meridione "18 patrimoni dell'umanità", non riesce ad usufruire economicamente di queste risorse?
I conti non tornano!!
tanta bellezza non ripaga perchè scarseggiano le idee, i progetti sono carenti e non riescono a valorizzare queste ricchezze artistiche. Lo scaricabarile fra i nuovi vertici al potere denuncia negligenza e poca professionalità, e soprattutto spinge i turisti ad allontanarsi in altri paesi perchè non soddisfatti dei nostri servizi. E come si sa le brutte notizie circolano in fretta.... pochi turisti = pochi profitti.

DIRETTIVA BOLKESTEIN  a cura di Arianna La Rocca 4^ C ITE
Organizzzazioni contro anche nella nostra zona


La direttiva Bolkestein è una direttiva dell’Unione Europea relativa all’ambito economico e commerciale in Europa.  Gli obbiettivi principali stabiliti sono la semplificazione delle procedure amministrative, l’eliminazione dell’eccesso di burocrazia e soprattutto la cessazione delle discriminazioni verso persone di un’altra nazionalità che intendono aprire un’attività economica in un altro paese europeo. Il vero e proprio scopo è dunque quello di facilitare la circolazione di servizi e di beni all’interno dell’Unione Europea.  Questa direttiva ha però suscitato molte polemiche soprattutto da parte degli ambulanti. A partire dalla primavera del 2017 la loro licenza non si rinnoverà automaticamente, ma sarà necessaria la partecipazione a dei bandi. Con il nuovo provvedimento dell’UE, che permette anche alle società di capitali di aderire a queste gare. Moltissime piccole aziende e posti di lavoro verranno battuti dalla concorrenza . Per questo motivo si stanno organizzando in tutta Italia delle proteste, il 28 settembre, infatti, si terrà a Roma la Manifestazione Nazionale contro la direttiva Bolkestein a cui parteciperanno più di 2000 ambulanti della provincia di Latina e Frosinone.  L’Associazione Imprese Oggi ha mobilitato anche gli operatori ambulanti e balneari delle regioni Campania e Molise. Tutti i commercianti della zona per una volta non si stanno dividendo per concorrere tra loro, ma si stanno unendo  per difendere i loro diritti  e il futuro delle loro attività.


L'ALBERGO DEI ROBOT UMANOIDI       a cura di Camelio Noemi 4^ C ITE
gif   a cura della redazione


LA STRUTTURA DEL PROGETTO
Il 17 luglio 2015  si è aperto a Nagasaki, all’interno di un parco divertimenti, l’Henn-na hotel. Un hotel comune come tanti altri, se non fosse per i 10 robot umanoidi al suo interno che vengono considerati personale qualificato a tutti gli effetti. Di fatti questi prototipi non hanno niente in meno all’uomo, presentandosi addirittura in grado di comunicare con il cliente in tre diverse lingue: inglese, cinese e giapponese.

ROBOT UMANOIDI .... TRA PROGRESSO E RECESSIONE 
Non nascondo che appena letta la notizia sono stata travolta da un’ondata di entusiasmo, insomma, quanti progressi ha fatto l’uomo con la tecnologia! 
In seguito, riflettendoci meglio ho realizzato quanto apparente fosse quest’evoluzione. 
A spingermi a ragionare meglio sull’argomento è stata proprio una frase di Albert Einstein che ho letto sul web qualche tempo fa: “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe mai una trappola per topi”.
Adesso potreste star pensando che questa citazione è inadeguata alla situazione, eppure non è così;
L’uomo spingendosi così tanto oltre con questo progetto del robot ‘umano’ ha praticamente creato una trappola per se stesso. 
Non per essere tragici, ma se prima quei film in cui i robot prendevano il posto degli umani sulla terra riducendoli in schiavitù erano considerati pura fantascienza, in un futuro non molto lontano potrebbero non esserlo più.
Nell’Henn-na hotel i robot hanno già sostituito le persone e probabilmente l’ipotetico personale umano che sarebbe dovuto essere impiegato in quell’hotel a quest’ora starà chiedendo all’ “INPS giapponese” (ammesso che esista) la disoccupazione.
Per adesso il nostro unico vantaggio contro questi robot è avere la capacità di provare dei sentimenti, ma di questo passo chissà se tra qualche anno potremo ancora vantarne il primato. 



CAMBIO DI MARCIA NEL MONDO FINANZIARIO a cura di Ricca Federica 5^ M ITE Vi siete mai chiesti chi riesce a tenere in piedi il "mondo finanziario" di cui tanto si parla nell'economia globale? La risposta sarebbe facile se tutto non si riducesse a numeri e a codici e ci fosse più trasparenza e verità. A reggere questo meccanismo sono i soldi dei semplici cittadini, che "regalano" i loro sacrifici di una lunga vita di lavoro alla banca Centrale Europea con l'acquisto di bot, che serviranno a sanare il debito pubblico. Le Banche private con manovre non sempre tracciabili ne trae profitti tramite gli interessi. Questi spostamenti non sono facili da controllare se non si fa parte di questo mondo, ma il cittadino potrebbe raggirare questo vero e proprio sfruttamento se i propri soldi li investisse nelle attività locali, dove la gestione dei capitali potrebbe essere più facilmente controllabile. Un "piccolo mondo surrogato" che creerebbe più lavoro e benessere e riconoscerebbe al cittadino la sua importanza e la sua dignità umana.



FACEBOOK AT WORK  a cura di Di Crasto Giorgia 4^ B ITE

Ultimamente si è diffusa una notizia su una nuova versione di facebook,che verrà utilizzata all’interno degli uffici. 
A ottobre salperà all’interno delle aziende Facebook at Work, piattaforma pensata per le collaborazione con le altre aziende. 
Sarà come la versione precedente ma, al posto dei propri amici o persone che si seguono, ci saranno il capo e i colleghi. Questa nuova piattaforma è stata già testata da alcune aziende,come la Royal Bank of Scotland,la catena Century e la Heineken. 
La piattaforma di nuova introduzione sarà sicuramente utilizzata in ambiente lavorativo, ci si può scommettere, di converso però potrebbe risultare un metodo/ambito/spazio di distrazione per molti dipendenti, perché anche se si usa in ambito lavorativo.  Parliamo comunque di un social network che distoglie sempre più tempo dalla realtà, lasciando sempre meno spazio alla vita quotidiana. 
Molti dipendenti già attualmente distolgono l’attenzione dal proprio lavoro per controllare un social, figuriamoci lavorandoci con quest’ultimo, sarebbe impossibile. 
Creando questo nuovo metodologia, è vero che aiuta l’iterazione tra le aziende, ma è anche vero che distolgono l’attenzione da ciò che è il lavoro di per sé. Per questo, secondo il parere di alcune persone accreditate, sarebbe opportuno eliminare completamente questi social e di pensare maggiormente alla vita quotidiana, a cui viene tolto molto tempo. 
Con questa nuova piattaforma si eliminerà definitivamente il rapporto tra dipendenti, che già oggi è diminuito a causa delle così dette “invidie”.



ALFABETIZZAZIONE ECONOMICA   a cura di  Pellegrino Maja Paulina 4^ C ITE

"Solo la conoscenza di un'elaborazione autonoma della stessa possono renderci liberi". 
Gli uomini, infatti, già nel passato e nel corso del loro vissuto si sono posti domande riguardanti la propria origine, il futuro, i fenomeni naturali, trovando spesso anche risoluzioni ai problemi della vita quotidiana. Oggi, la cultura rappresenta uno dei tre poteri della società, insieme a quello quello religioso e politico. Le nuove generazioni hanno molto da apprendere dai loro antenati;  devono innanzitutto essere partecipi alla vita sociale, economica e politica del periodo corrente. 
Jens Weidmann, attuale governatore della Deutsche Budensbank, pensa che l'alfabetizzazione economico finanziaria sia di fondamentale importanza, e proprio per questo, a Francoforte è stato istituito il Geldmuseum (Museo della Moneta), dove insegnanti e studenti provenienti da tutta la Germania, s'incontrano per discutere dei problemi riguardanti l'economia. 
Anche secondo Klaas Knot, presidente della Nederlandsche Bank, la conoscenza delle basi dell'economia è fondamentale. 
Nel nostro piccolo, dobbiamo applicare quella che comunemente chiamiamo ECONOMIA, ad esempio mettendo da parte i soldi che ci vengono dati dai nostri genitori. Nel tempo, il nostro piccolo budget e ulteriori risparmi ci permetteranno di acquistare una macchina o addirittura una casa. 
Jean-Claude Trichet(ex  presidente della Banca centrale europea) crede che tutti i giovani debbano capire cosa significa avere una finanza solida e sostenibile, soprattutto in questi tempi di crisi. 
Personalmente credo e sono consapevole che nel corso degli anni le cose si modificheranno, ma affinché queste cambino in meglio, ognuno di noi deve metterci del proprio. 
L'educazione finanziaria è senza dubbio utile per stimolare l'autodeterminazione di ciascuno, ma dobbiamo anche avere fiducia verso coloro che ogni giorno cercano di garantire una stabilità finanziaria e dell'intero sistema.



DAL BARATTO AL BITCOIN VIRTUALE  a cura di Ricca Federica 4^ M ITE 

Mentre il baratto si è smarrito nei meandri della storia e la lira è andata in pensione, i Bitcoin fanno lo sgambetto all'euro spopolando sui media. I cinesi ci credono fermamente, il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke, li considerano promettenti. A Vancouver i canadesi hanno aperto un bancomat che permette di comprarli ad uno sportello. Insomma questa moneta virtuale, nata su internet nel 2009 prende piede e si basa su due principi: un network di pc che la gestiscono in modalità distribuita, PEER-TO-PEER e l'uso di una forte crittografia per validare e rendere sicure le transizioni. I Bitcoin che sono del tutto legali, stanno alimentando una nuova economia virtuale: non serve molto per diventare degli imprenditori in breve tempo: un portafoglio virtuale e una buona connessione internet. Anche in Italia, molte aziende hanno adottato questa moneta. Ma come si possono comprare questi Bitcoin?
Ci sono diversi modi: approdare attraverso dei siti che fanno mercato di scambio come "Bitstamp.net o TheRockTrading.com", quest'ultimo gestito da italiani, attraverso un bonifico bancario. Ma il modo più semplice l'ha messo in piedi un ragazzo di 22 anni, un giovane informatico Thomas Bertani. Con il sito Bit Boat.net nato da pochi mesi, da la possibilità di comprare i Bitcoin attraverso una ricarica Poste pay al tabacchino. La ricarica è immediata, infatti dopo 5 minuti li possiamo trovare sul nostro portafoglio virtuale. Sebbene il meccanismo che sta alla base può sembrare un po' complicato, l'utilizzo quotidiano di questa moneta, è piuttosto semplice e ci permette di abbassare i costi di transizione e abbattere i tempi di scambio. Tuttavia concordiamo sul fatto che è ancora un territorio di frontiera, dove non mancano pericoli come truffe, crolli del valore bitcoin o l'affidabilità degli imprenditori in erba.Il quadro è in continuo divenire, ma promette bene se la connessione non "cade".

UNIVERSITA' E LAVORO  a cura di Toscano Noemi ex 5 L ITE

Oggi il divario tra università e lavoro sembra segnare una nuova svolta; l’occupazione dei neolaureati cresce anche se non in modo molto evidente, purtroppo però si è ancora molto lontani dal poter parlare di fine crisi lavorativa. Dopo l’agognata laurea entrare nel mondo del lavoro è ancora una lotta…. Fortunatamente ciò non scoraggia i ragazzi che continuano ad iscriversi a varie facoltà triennali e magistrali. Secondo sondaggi realizzati dall’Almalaurea ad un anno di distanza dal conseguimento della laurea lavora il 68,2% dei triennali e il 70,8% dei magistrali ed in testa restano ancora le facoltà di medicina e ingegneria. Ancora una volta c’è una notevole differenza tra nord e sud: le immatricolazioni universitarie nel sud sono crollate del 30% negli ultimi 12 mesi a differenza del nord che, nello stesso periodo, ha registrato appena un -3%. Altro nodo purtroppo persistente negli ultimi 7 anni è dato dalla percentuale con cui i laureati hanno in curriculum un tirocinio o uno stage riconosciuto: si è registrato che il 56% ha un curriculum contro il 25% dei laureati senza un giorno di lavoro attivo. Le differenze tra meridione e settentrione si notano anche nel post laurea: nel nord il 77% trova lavoro ad appena un anno dal conseguimento del titolo triennale mentre nel sud lavora appena il 55,2%

ADDIO VECCHIO CURRICULUM BENVENUTO INFOCV a cura Pascan Sorina Laura 3^ B ITE

Ormai la ricerca del lavoro si svolge soprattutto su internet. 
In America si utilizza già l'infocv. 
Come afferma anche Francesca Contardi " il vantaggio è l'impatto visivo: in una sola pagina sono racchiuse le informazioni essenziali e quello che conta è messo in evidenza". 
La regola base dell'infocv è che tutto sia inserito in un foglio A4. 
Come grafico è molto utilizzato quello relativo alla linea del tempo. Occorre inserire un'immagine personale che va disposta in alto a sinistra. 
A destra invece su altre due colonne verticali vanno inseriti i dati e i recapiti come quelli di Facebook, Twitter, WhatsApp. 
Dice Graziano Vitale "accanto al nome bisogna mettere il sottotitolo che dice chi sei e che cosa fai". Un grafico a torta o un istogramma permettono di dire di che ci si occupa in una sola immagine. 
Francesca Macrì sostiene che "se si usa la lunghezza delle colonne è per evidenziare le competenze che si hanno in ogni settore". 
Per le competenze linguistiche si possono utilizzare le bandierine dei Paesi e per le soft skills, come il problem solving o lo spirito di squadra, piccoli disegni e icone. Queste ultime funzionano anche per gli hobby.  


LA CONDIZIONE(lavorativa) DEI GIOVANI IN ITALIA a cura di Andrea De Santis 3^ B ITE

Il lavoro è riconosciuto come un diritto inviolabile del cittadino e come uno dei principi fondamentali della vita economica e sociale del paese, così come recita anche il primo articolo della Costituzione Italiana.
Tuttavia in questi anni si è sicuramente sentito parlare della disoccupazione, ovvero la mancanza di lavoro, e questo è un fenomeno che coinvolge una buona parte della popolazione anche adulta, ma soprattutto i giovani nel nostro paese.
Le cause sono diverse, principalmente è per via della crisi ma non solo, c’è anche il problema del mercato che non offre molte occasioni, contratti brevi e precari e il problema della raccomandazione.
Molti ragazzi, anche laureati, si ritrovano spesso a svolgere dei lavoretti, dove non viene richiesta nessuna preparazione specifica né si è ben retribuiti, nonostante noi giovani vorremmo svolgere un’attività in cui poter esprimere la propria creatività e applicarvi le conoscenze per cui studiamo e diventiamo competenti. E' per questo che si ci ritrova costretti ad andare al di fuori dell’Italia a cercare lavoro, fenomeno questo che viene chiamato “fuga di cervelli”, ma, purtroppo, non tutti hanno la fortuna di trovarlo.
Secondo alcune statistiche che si trovano sul web, da internet, sei giovani su dieci vivono ancora con i propri genitori e non sono completamente autonomi. Quindi è evidente che nonostante la continua evoluzione del lavoro, anche legata ad alcune professioni nuove riguardanti la tecnologia, rimane difficile inserirsi sempre di più nell’ambito lavorativo.
La speranza di tutti noi è che ci sia a breve un forte cambiamento nell’economia, che non ci veda costretti a lasciare la nostra patria in modo da poter immaginare un futuro migliore e ad avere più opportunità di realizzarci.



DA EQUITALIA A AGENZIA ENTRATE RISCOSSIONE   a cura di Dieni Francesca 4^ C ITE

Dal 1 Luglio 2017 Equitalia non é più operativa. Con il decreto fiscale n° 193/2016 successivamente convertito nella legge 225/2016 e approvato insieme alla legge di bilancio nell'ottobre scorso,  né è stata prevista la soppressione.
Verrà sostituita da un nuovo ente pubblico economico, Agenzia delle Entrate - Riscossione ,che subentra in tutto e per tutto nelle sue funzioni, con utilizzo degli stessi strumenti o normative, ma con poteri potenziati.
La "nuova Equitalia" avrà il potere di accedere a tutte le banche dati e alle informazioni già in uso nell'Agenzia delle Entrate, cosa che prima non era possibile per Equitalia. 
Potrà consultare le banche dati dell'Inps e del fisco, ottenendo informazioni sui rapporti di lavoro, su beni e altri redditi posseduti dal contribuente. Con la conseguenza che il pignoramento del conto corrente diventa diretto senza dover richiedere l'apposita autorizzazione al giudice.
Le cartelle e i debiti pendenti con Equitalia comprese le imposte erariali e locali non spariranno con la soppressione di Equitalia ma sono state trasferite all'Agenzie delle Entrate - Riscossione.
Il nuovo agente della riscossione è ente pubblico, per cui il personale che proviene da Equitalia mantiene la stessa posizione giuridica ed economica nel nuovo ente, ma si trasforma completamente in struttura pubblica.
Infine, allo scopo di assicurare la massima trasparenza e pubblicità, l'attività di riscossione svolta dall'Agenzia-Entrate-Riscossione è soggetta a monitoraggio da parte dell' Agenzia delle Entrate stessa.

EVOLUZIONE DELLE PAGHE DEI LAVORATORI DIPENDENTI NEI PAESI OCSE NEL 2018  a cura della Redazione


Le crescite maggiori si trovano nei paesi dell’est non appartenenti all’area euro. Ottime le performace di Rep. Ceca, Israele e Sud Corea. Nell’area euro il primo paese “Peso Massimo” sono i Paesi Bassi con +1,1%, seguiti dalla Germania con lo 0,9%.
In fondo alla classifica, con un - 0,7% , il Regno Unito, che sconta le aspettative inflazionistiche, comunque finora non realizzatesi.
L’Italia prevede un calo delle remunerazioni reali dello 0,6%. ”....” 
 Questo calo verrà reso ancora più sensibile dal’aumento delle tariffe , che ridurrà il reddito disponibile per le famiglie di 900 euro  circa. Lascio ai lettori immaginare cosa succederà ai consumi non energetici interni, quelli che muovono la cosiddetta “Inflazione Core”(*).
https://scenarieconomici.it/evoluzione-delle-paghe-dei-lavoratori-dipendenti-nei-paesi-ocse-cosi-sapete-cosa-vi-aspetta/

(*)Core inflation
L'inflazione core è la misura dell'aumento medio dei prezzi (e della diminuzione del potere d'acquisto della moneta) che non tiene conto dei beni che presentano una forte volatilità di prezzo: in particolare quelli dell'energia e quelli alimentari. La definizione è utile per cogliere in modo più approfondito le dinamiche dei prezzi e mettere in atto le contromisure necessarie a limitarne la crescita entro gli obiettivi prefissati dalle autorità monetarie e dai Governi. Il concetto di core inflation che esclude energia e alimentari è stato introdotto nel 1975 in un lavoro dell'economista americano Robert J. Gordon. Con successivi contributi soprattutto da parte dello studioso di origini tedesche Otto Eckstein.
http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/core-inflation.html