SITO IN COSTRUZIONE | giornale online dell' Istituto di Istruzione Secondaria Enrico Fermi gaeta - italy | dirigente scolastico prof.ssa maria rosa valente | redazione: La Rocca Arianna - Ciccarelli Alberto - Iannola Vincenzo - Maggiacomo Noemi - Lamberti Beatrice - Dieni Francesca - Di Lorenzo Valentina - Hiler Rosa - Ble' Sharon - Brongo Fiorenzo - Tallini Cassandra - Di Maccio Antonietta - Mura Roberta - Palazzo Francesco - Di Crasto Giorgia - Scuccimarra Sara - Ricca Federica - Lollo Nunzia - Tucciarone Silvia - Lombardo Ilaria - Pellegrino Maja - Pellegrino Selina - Camelio Noemi - Coscione Daniele - Annunziata Chiara - Matteuzzi Elena - Pezza Giorgia - Terracciano Aurora - Bellettini Pierluigi - Toscano Noemi | vignettisti-disegnatori: Ruggieri Giulia - Perrone Antonio - Sorgente Jacqueline - Pellegrino Maja | referente\supervisione\redazione grafica: prof. natale capodiferro | SITO IN COSTRUZIONE

Attualità

ITRI: UNA PICCOLA ROMANIA                      a cura Arianna La Rocca 3^ ITE


Negli ultimi 10 anni, Itri, un paesino di circa 10.000 abitanti, ha assistito all’intensificarsi dei movimenti migratori sul proprio territorio, da parte di cittadini stranieri e soprattutto da parte di comunità romene ed albanesi. Essi rappresentano circa l’8% della popolazione itrana. Si può dire che l’integrazione non è ancora del tutto completa. Molti sono riusciti ha trovare lavoro, ad organizzarsi con proprie attività, ad allacciare rapporti con persone del posto e quindi ad integrarsi bene. Più facile è per i ragazzi che frequentando la scuola, le attività sportive e ricreative, hanno l’opportunità di apprendere l’ italiano e quindi sapersi  esprimere e fare propria la lingua. 
Alcuni emigrati sono rimasti emarginati e non riescono a condividere i pensieri e le tradizioni itrane, anche a causa della differenza linguistica. Altri si rifiutano di imparare la lingua italiana e quindi di conseguenza non partecipano alla vita quotidiana del paese. 

Tante sono le associazioni a disposizione per accoglierli ed aiutarli, avendo loro ,spesso, un basso reddito familiare. Ad Itri, la Caritas,  distribuisce periodicamente cibo, indumenti, prestazioni sanitarie.  Il Comune ha messo a disposizione delle aule scolastiche e degli insegnanti per dare la possibilità di conseguire un diploma.

Alcuni migranti si lamentano delle condizioni in cui si trovano e dell’organizzazione di Itri, non riuscendo ad apprezzare , a volte, le agevolazioni a loro concesse.
Credo che per un buon inserimento bisogna solamente rispettare le leggi e le persone con cui entriamo in contatto, comportamento che deve essere tenuto sia da coloro che arrivano che da coloro che accolgono. 

Mi auguro per le future generazioni che non ci siano più diversità culturali, ma  che le tradizioni itrane  continuino a vivere nel territorio.


INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE E RICICLO DEI RIFIUTI IN ITALIA
a cura di Ilaria Lombardo  3^ C ITE 

Ecco il risultato dei dati statistici sull’inquinamento e della raccolta dei rifiuti nelle città italiane e come ridurre l’inquinamento e potenziare il riciclo dei rifiuti.

Da sempre si sta pensando di eseguire un corretto ciclo di rifiuti e di creare spazi verdi e mezzi pubblici idrici ed energetici. Si stanno creando città più “smart” a misura d’uomo. Il rapporto di ecosistema urbano realizzato da Legambiente in Italia evidenzia che il raggiungimento al 100% di città ecosostenibili è molto lontano. Tra le città più ecosostenibili spiccano le città del nord come Trento e Bolzano, invece tra le ultime le città della Sicilia e della Calabria. C’è, però, anche da constatare che Messina ha una bassa produzione di rifiuti. 
La raccolta differenziata dei rifiuti in Italia è in crescita del 44% anche se si trova al di sotto degli obbiettivi europei. I minori valori del 2014 di produzione pro capite dei rifiuti urbani si sono registrati a Nuoro, Belluno, Benevento e Crotone invece quelli più alti a Rimini, Pisa e Pesaro. 
Legambiente in Italia ha analizzato che ci sono città come Salerno, Padova, Massa e Pesaro che nelle strutture pubbliche grazie ad impianti termici e fotovoltaici stanno sfruttando l’energie rinnovabili. 
Tra i comuni con i più alti di consumi risorse non rinnovabili dalle indagini eseguite da Legambiente rientrano Cagliari, Roma, Aosta e Sassari invece tra le città meno energivore  risultano Trento, Campobasso e Potenza. 
Per un effettiva riduzione dei rifiuti, nonché dell’inquinamento, è necessario l’azione di tutti: dell’amministrazione comunale da un lato, dell’impegno, del rispetto e del senso civico dei cittadini dall’altro. 
I comuni dovrebbero provvedere ad un efficace sistema di raccolta differenziata o a fornire un buon sistema di trasporto pubblico. I cittadini potrebbero camminare di più o prendere la bicicletta per spostarsi e avere un maggiore rispetto dell’ambiente. 
Sarebbe utile ed interessante che ci fossero più finanziamenti da parte dello stato per la ricerca, lo studio su nuovi utilizzi relativamente ai rifiuti. In questo modo non solo si aiuterebbe l’ambiente, ma si creerebbero anche nuovi posti di lavoro.


VIAGGIARE FACILE SI PUO'!                                a cura di Ricca Federica 4^ M ITE


In un mondo dove tutto è in movimento ecco arrivare l'ultima novità che potrebbe semplificare la vita del pendolare. Spostarsi velocemente è possibile: addio alle corse frenetiche sulle stazioni, alle ore perse sui binari aspettando i treni perennemente in ritardo. Oggi il modo di viaggiare cambia nome e tariffario!

Arriva il car sharing, l'ultimo servizio pratico ed economico introdotto nelle grandi città, un servizio commerciale erogato da apposite aziende, spesso con l'appoggio di associazioni ambientaliste ed enti locali che permette di utilizzare un'automobile su prenotazione, prelevandola per poi riportarla in un parcheggio, pagando in ragione dell'utilizzo fatto. Il car sharing si distingue dal car pooling: in quest'ultimo modello, più persone viaggiano in una stessa automobile, dividendo tra loro le spese di viaggio e manutenzione. Quest'ultima può essere una soluzione ideale anche per gli studenti universitari, sempre alla ricerca di risparmio sul tempo e sul denaro. Oppure possono usufruire delle agevolazioni tariffarie come abbonamenti di trenitalia o la carta freccia young, che offre sconti fino al 50% sulla somma intera del biglietto. Se si progetta di svolgere viaggi più lunghi, si può usufruire dei servizi di pullman come "Megalus", il gigante dei viaggi low cost appena sbarcato in Italia, invece se per motivi di lavoro si è costretti a viaggiare tutti i giorni, si può accedere all'abbonamento annuale, che permette di usare tutti i mezzi di trasposto pagandoi in base alla tratta percorsa e non alla tipologia di mezzo usato, oggi viaggiare è più facile, basta scegliere il mezzo giusto!



SOSTENIBILITA' DEL TRASPORTO
a cura di Di Crasto Giorgia e Mura Roberta 3^ B ITE

Oggi il mondo dei trasporti è sviluppato, tuttavia i mezzi sono una grande fonte d'inquinamento.
E' per questo che già da tempo si cerca di ridurre le emissioni di CO2, grazie alla produzione di veicoli industriali, autobus e motori ad alto grado di innovazioni. Molte aziende nel mondo ed in Italia sono intente a produrre motori ecosostenibili e veicoli all'avanguardia per raggiungere il massimo risultato in termini di contenimento dell'emissioni, dei consumi e, quindi, anche dei costi. 
I veicoli della gamma euro6 saranno alimentati con carburanti alternativi. L'anno scorso alcune aziende hanno  presentato motori basati con gas naturale compresso, quest'anno, invece, motori a gas naturale liquefatto.
I motori ecosostenibili saranno alimentati al 100% da biocarburanti. Alla silenziosità dei mezzi questi potranno consentire la raccolta differenziata e le consegne in orario notturno. 
Ciò, comunque,  non basta per rispettare l'ambiente a cui bisogna assegnare una vera progettazione di tutti gli elementi prodotti dall’uomo nell’indotto e, quindi, una collaborazione tra i soggetti che fanno parte del sistema dei trasporti.
I combustibili alternativi usati oggi sono: bioetanolo, biodiesel, HVO (olio vegetale idrotrattato), metano e biometano.
Questo primo passo è già un buon punto di partenza per iniziare a salvaguardare l'ambiente, il nostro bene più grande. 
Ma la salvaguardia non si ottiene sviluppando solo motori ecosostenibili, infatti, ciascuno, nel suo piccolo dovrebbe agire in modo da non inquinare ulteriormente e favorire così il benessere delle generazioni future.
Il trasporto è una piccolissima parte degli elementi inquinanti l’atmosfera prodotti dall’essere umano ma è un inizio se si comincia a pensare in tutte le cose in modo ecosostenibile.



RIVOLUZIONE VERDE: BIRRA, VINO E COCA-COLA
a cura di Ble' Sharon 4^ L ITE

E se usassimo la birra e il vino al posto della normale benzina? Sarebbe una "rivoluzione verde". 
In America un contenitore speciale piazzato nel giardino di casa contiene birra, cola e vino, i quali, aloro volta, contengono, lo zucchero in bioetanolo. 
Il MICROFUEREL è un convertitore di energia di scarto che prende ogni rifiuto biologico e praticamente lo converte in carburante di etanolo che può azionare un motore. Può anche alimentare quello che chiamiamo GranBuster, ossia un dispositivo elettronico che produce elettricità per alimentare le nostre case. Insieme permettono di avere non solo riscaldamento, ma che anche energia elettrica e carburante, ed è tutto ricavato da fonti biologiche. Dietro questa grande invenzione, ingombrante e sostenuta da Arnold Schwarzenegger, ci sono due produttori di birra e soda. Un'energia pulita e a basso costo!
Anche l'Inghilterra sta facendo progressi nell'uso dell'energia pulita: il BioBus funge da collegamento tra la città di Bath e il vicino aeroporto di Bristol. Da fuori sembra un normale autobus, ma è alimentato da rifiuti organici. Nello specifico utilizzano il Bio-Gas. Che è un gas naturale prodotto dalla fermentazione di escrementi umani, acqua di scarico e scarti alimentari. Le feci prodotte da una persona in un anno potrebbero alimentare l'autobus per 65 km. Per ora, però, la benzina rimanane la fonte primaria di energia. 
E in Italia? Si sa che nel nostro Paese non si usa molto produrre energia dalle fonti alternative rinnovabili. E' chiaro e necessario una minore esportazione della nostra "spazzatura" a quei Paesi "furbi" e, contemporaneamente, cercare di gestirci autonomamente sperperando soldi sul nostro futuro in pericolo. 
Avanti giovani! 




UN CIELO PIU' AFFOLLATO NEL FUTURO 
a cura di Ble' Sharon 4^ L ITE

L'uomo ha sempre sognato di conquistare il cielo sin dall'alba dei tempi. I nostri antenati non avrebbero mai creduto che un giorno avremmo volato da New York a Parigi in meno di 3 ore. Quindi, anche se ora il cielo è piuttosto affollato da 80000 aerei che decollano da 14000 aeroporti, il sogno di una macchina volante è più di una semplice fantasia. 
Due grandi società hanno fatto scalpore nel 2014 a Vienna, decidendo di realizzare i nostri sogni al Pioneer Festival. 
Per fabbricare l'AEROMOBILE, un mezzo ibrido (metà auto e metà aereo), ci sono voluti 24 anni. Ha un volante, per la guida su strada e una cloche da usare in volo. L'intera struttura in acciaio è rivestita in carbonio; all'interno ha due posti, e tante innovazioni tecnologiche, compreso un GPS, un sistema di pilota automatico e un paracadute... perché non si sa mai!
Può arrivare fino a 160 km/h, quindi è perfetta per la guida in autostrada, poi basta premere un pulsante e questa auto futuristica spiega le ali in pochi minuti. La sua notevole autonomia le permette di rimanere in volo per più di 690 km, ma ad un costo approssimativo di 250.000 dollari. 
E' chiaro perché non alla portata di tutti e non è ancora in commercio.
Noi rimaniamo comunque sorpresi e in attesa di un cielo in pieno traffico!



NO ALLA YABA: ATTENZIONE AL NOSTRO CERVELLO RAGAZZI!!!!!!!!!!!!!!!
a cura di Tallini Cassandra 5^ M  ITE

NO ALLA YABA SI ALLA VITA

La Yaba è un derivato delle metanfetamine, generalmente tagliata con ciò che avanza della produzione di eroina e si presenta sotto forma di compresse, piccole e rotonde, di colore rosa, rosso/arancio o verde, simile all’ecstasy.  Il suo nome significa "droga per i  cavalli" ad indicare l'effetto potente che causa. 
Riconoscerla non è difficile: molto spesso su uno dei due lati appare incisa la lettera "R" o le lettere "WY": QUINDI ATTENZIONE. RIFIUTIAMOLA
L'assunzione dovrebbe avvenire per inalazione attraverso una semplice cannuccia, tipo coca-cola, la quale è collegata ad un ampolla che contiene acqua per raffreddare il miscuglio. UNA GRANDE ELABORAZIONE CHE PUO' ESSERE OSSERVATA CON ANTICIPO E FERMATA: GENITORI E RAGAZZI ATTENTI A CANNUCCE ED AMPOLLE O A STRANE RICHIESTE D'ACQUA.  
La Yaba era venduta liberamente in Thailandia ai camionisti presso le stazioni di rifornimento di gasolio al fine di tenerli svegli durante i loro interminabili viaggi di lavoro fin quando i numerosi incidenti stradali, correlati all’uso di questa sostanza, indussero il governo a bandirla nel 1970. 
Gli iniziali effetti di benessere sono immediatamente sostituiti da aggressività, allucinazioni, ansia, inappetenza, insonnia e paranoia. 
Di frequente, i consumatori riportano la sensazione di avere degli insetti sotto la pelle e di fare numerosi tentavi per estrarli. 
Tra gli effetti a lungo termine si segnalano perdita dei capelli, dolore lombare, danni al fegato e ai reni, sintomi depressivi e desideri di suicidio. Inoltre gli esperti ci fanno sapere che rallenta, se non addirittura blocca, lo sviluppo delle cellule cerebrali soprattutto di chi non ha ancora completato lo sviluppo, cioè noi ragazzi. CAPITO!!
La Yaba è nota come “droga della pazzia” o "droga di Hitler" proprio per il forte senso di aggressività che provoca, inducendo il consumatore a gesti violenti, spesso autolesionisti.  AGGRESSIVITA', VIOLENZA, AUTOLESIONISMO, VOGLIAMO QUESTO???
Purtroppo negli ultimi anni è arrivata anche in Italia causando molta preoccupazione per il suo diffondersi sempre più articolato e ramificato in tutto il territorio e per il prezzo, base tra gli 4/6 €, molto invitante ed accessibile. NON FATEVI INGANNARE DAL PREZZO BASSO E' DANNOSISSIMA
Per il momento la letteratura giornalistica riguardo la dipendenza che provoca non ne parla molto e, in alcuni casi, in senso opposto . La Yaba causa dipendenza fisica e psichica dicono alcuni, altri ne parlano in senso contrario e avverrebbe solo se le dosi sono di una certa entità, ripetute e quotidiane. In questo caso i medici e gli scienziati dovrebbero essere più precisi proprio per aiutare a divulgare meglio questo aspetto. Che non è certo irrilevante se ad un ragazzo viene posta davanti una pasticca rossa e non sa a quali effetti e dipendenze può arrivare.  Per questo dobbiamo sapere sia per prevenire che per intervenire informando e informandoci.  AL DI LA' DI QUELLO CHE DICONO/DIRANNO SCIENZIATI E STUDIOSI, ASSUMERE SOSTANZE CHE ALTERANO LA NOSTRA REALTA' E' UNA SCELTA DI NON VIVERE E AFFRONTARE LA VITA COSI' COME E' CON CORAGGIO 
La polizia, comunque, ha predisposto un piano di verifiche negli ospedali e nelle scuole. 
Continuando così c'è il rischio, concreto, che la nostra generazione e le prossime diventino generazioni di dementi e psicotici. 

NO ALLA YABA: ATTENZIONE AL NOSTRO CERVELLO RAGAZZI!!!!!!!!!!!!!!!

NO ALLA YABA SI ALLA VITA



ANORESSIA E BULIMIA
a cura di Terracciano Aurora 4^ M ITE

Pochi anni fa, in seguito ad una ricerca condotta dagli esperti della Commissione di studio per l’Assistenza ai pazienti, è emerso un dato assai inquietante in merito al dilagare a macchia d’olio dei casi di anoressia e bulimia: sarebbero infatti otto ragazze su cento a soffrirne, due delle quali affette dalle forme più gravi.
L’anoressia, definita da molti la malattia del benessere, è uno stato morboso, diffusissimo nelle opulente società occidentali, caratterizzato dalla perdita, parziale o totale, dell’appetito.
La malattia che può essere determinata da affezioni interessanti il tubo digerente, e da altre e varie patologie connesse, si manifesta con l’inappetenza o, nella maggior parte dei casi e secondo statistiche certe, da prolungati periodi di restrizioni dietetiche, dettate dalla necessità di dimagrire. 
Un'ostinato rifiuto del cibo causa nel soggetto malato un graduale deperimento che si manifesta con un’innaturale e preoccupante perdita di peso; in parole povere, l’anoressico diventa ben presto un sacchetto di ossa ambulante, che cerca di mascherare con abiti sgargianti il palese deperimento, il quale, però, incide negativamente sull'organismo. 
Si tratta quindi di una patologia molto seria, che ultimamente sta cominciando a colpire anche i soggetti maschili. 
Le persone afflitte da anoressia sono in genere giovani provenienti da famiglie agiate, che vivono con eccessiva intensità gli immancabili contrasti con i genitori, dovuti alla differenza di età. 
Sono in significativo aumento però i casi di persone rovinate dalle diete dimagranti, spinti dall’esempio dei modelli che una società frivola, dove l’apparenza conta più di ogni altra cosa, impone quotidianamente, come le strapagate modelle, tutte bellissime, ma rigorosamente magre come grissini, senza ombra di seni, ne di sorriso, che tirano a campare mal grado il denaro guadagnato a palate, mangiando insulse insalatine e crackers insipidi. 
Anche la bulimia rappresenta una grave patologia, che si manifesta però con un appetito inappagabile, che obbliga l’assunzione di spropositate quantità di cibo, rigorosamente vomitate nel gabinetto, per non mettere su chili di troppo. Appare evidente che si tratta delle due facce della stessa medaglia, infatti, in entrambi i casi, preoccupanti sono presenti stati morbosi che richiedono cure basate sull’assistenza farmacologica e psicologica, presso strutture specializzate. Ciò perché il soggetto, estremamente deperito, risulta debolissimo a livello corporeo e in quello cognitivo, oltrechè in quello spirituale, al fine di combattere da solo quella battaglia durissima. 
Certo desta sconcerto il fatto che, mentre nel Terzo Mondo, ogni giorno muoiono di fame quasi venticinque mila persone per la carenza di cibo, c’è invece chi perisce lentamente, per lo stesso motivo, mal grado disponga di quantità industriali di alimenti.




UN PO DI CHIAREZZA SULLA MIGRAZIONE
a cura di Cei Daniela e Arcella Giada   3^ B ITE


Il termine emigrazione significa “andare via dal proprio paese “ e consiste nel portare una persona o una parte della popolazione a spostarsi dal proprio luogo d’origine verso un altro paese. Le motivazioni dello spostamento possono essere molteplici: per motivi economici, politici, sociali, ma anche per motivi di lavoro oppure per sfuggire alla giustizia o alla guerra.
Il termine immigrazione, invece, significa “arrivare dentro un altro paese”,ed indica il trasferimento di una o più persone in un paese diverso da quello d’origine e può essere permanente o temporaneo.
Ad esempio se un italiano si trasferisce in America, l’atto dell’arrivare in America è detto immigrare, per cui per gli americani egli sarà un immigrato. Anche in questo caso il fenomeno può essere legato a cause ambientali, economiche e sociali, per persecuzioni o per non riconoscimento politico. 
Anche gli spostamenti all’interno di uno stesso paese può essere considerato un tipo particolare di immigrazione interna. 
Crediamo che gli immigrati debbano adeguarsi alla cultura del paese  ma il paese che li ospita deve rispettare la loro. Se ci fosse il rispetto reciproco il problema dell’immigrazione come "negativa" non si porrebbe. La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri.
Il migrante è colui che lascia il proprio paese o regione per stabilirsi in un altro e può riguardare qualsiasi tipo di spostamento, qualunque sia la durata, composizione e causa. Sono quindi migranti non solo rifugiati, sfollati e migranti irregolari ma anche manager,dirigenti e professionisti che si spostano per motivi di lavoro.



MOMENTO NERO E DELICATO IN EUROPA
a cura di Ricca Federica 4^ M ITE

Gli attentati terroristici del 13.11.15 a Parigi sono stati una serie di attacchi sferrati da gruppi armati collegabili all'autoproclamato Stato Islamico, comunemente noto come ISIS.  che in seguito li ha rivendicati.
 Gli attacchi armati si sono concentrati nell' I, X, XI arrondissement di Parigi, allo Stade de France e al quartiere di Saint Denis poco lì vicino. 
Gli attentati sono stati compiuti da almeno 8 persone fra uomini e donne, ma l’intelligence francese pensa ad un maggiore gruppo che, come si è visto nei giorni scorsi ha, molto probabilmente base a Buxelles in Belgio. La città che ospita uno dei parlamenti europei è da alcuni giorni sotto una specie di coprifuoco per la paura di esplosioni ed armi chimiche, queste ultime forse in possesso dei terroristi..
A Parigi sono avvenute 3 esplosioni nei pressi dello stadio e 6 sparatorie in diversi luoghi pubblici della capitale Francese, fra le quali la piu sanguinosa è avvenuta presso il teatro Bataclan dove sono rimaste uccise 89 persone che seguivano un concerto rock di una band americana. 
Si è trattato, a come ci è dato leggere dagli appunti e dalle analisi degli storici, della piu cruenta aggressione in territorio francese dalla Seconda Guerra Mondiale, e del secondo piu grave atto terroristico nei territorio degli Stati dell'UE, dopo gli attentati dell'11.03.04 a Madrid. 
Mentre gli attacchi erano ancora in corso, in un discorso televisivo il Presidente francese Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza in tutta la Francia e ha annunciato la temporanea chiusura delle frontiere. 
L'ONU organizza un piano difensivo e con un accurato lavoro militare riesce a sventare in parte un attentato jiadhista a Mali. Ora è sulle tracce di Sahal, considerato uno delle menti della strage di Parigi,  che in clandestinità, pare sia dotato di un giubbotto-bomba, cercando di arrivare in Siria nel Daeh -lo Stato Islamico conquistato con la forza tra Siria e Iraq dalle truppe dell’ISIS- e minacciando di farsi saltare in aria in nome del suo Dio. 
Attrverso il web, poi, l’ISIS, ha fatto sapere che i prossimi bersagli saranno Roma(vaticano-Colosseo), Londra e Washington, considerate le capitali della perdizione. 
Mentre da un lato l'ISIS conduce una guerra santa con la Jihad-sacrificio/martirio, attaccando e uccidendo civili indifesi, dall’altro si diffonde in tutta Europa un clima di tensione e della paura che sta portando inevitabilmente ad una perdita di libertà di circolazione e alla vita normale, si vedano in proposito le limitazioni degli Stati al trattato di Schengen circa la libera circolazione e i vari coprifuochi e presenza di controllo militare nei luoghi che vengono definiti “sensibili” o più affollati nelle maggiori capitali europee, Roma e Vaticano inclusi, anche per via del Giubileo. 
Ieri ci sono state alcune manifestazioni di cittadini Musulmani, a Milano e Roma soprattutto, in cui, quelli che si proclamano veri islamici, hanno contestato duramente gli attacchi a Parigi. Infatti questi, che dall’opinione pubblica vengono definiti come Islamici Moderati, sono scesi in Piazza come forma di protesta per difendere la loro religione e il loro Dio Allah, che, come hanno rimarcato con forza, essendo un Dio di Pace, non permetterebbe mai tanta cattiveria nei confronti di persone inermi.



LA GUERRA VISTA DA UNA RAGAZZA DI 16 ANNI
a cura di  Scuccimarra Sara 4^ M ITE

Questa è una guerra basata su nessuna credenza, nessuna religione. Questa non è la terza guerra mondiale, bensì una guerra tra sconfitti e vincitori, aumenta la paura, la paura porta all'ignoranza e l'ignoranza al razzismo.
L' informazione manca, o forse ci viene data ma in modo sbagliato.
Testo scritto da una ragazza di 16 anni che forse vede ancora una scintilla di umanità in tutta questa gente.
Testo scritto da una ragazza, che vede i propri compagni di vita ambire alla guerra e allo sterminio, anziché alla pace. 
Incitati forse dai media e dai politici. Onorevoli, solo per definizione, che rilasciano interviste dichiarando quanto sia giusto spargere sangue innocente, e che le frontiere debbano essere chiuse e più alte del muro di Berlino.
Vedo negli occhi della gente la paura del diverso, vedo nel diverso la paura di vivere tra la gente.
Guardo il mondo con i miei occhi candidi, che trovano fiori anche tra il cemento armato. Fiori che vengono calpestati ogni giorno, con la morte di chi nel cuore non ha nulla di malvagio.
Vorrei che le frontiere fossero un lontano ricordo, vorrei che ci fosse la libertà di parola e di pensiero, rispettando quello altrui. Vorrei che nessuno sia mai morto invano, che tutto quello per cui i nostri antenati hanno combattuto non sia senza vittoria.
Ci vuole coraggio, perché forse alla fine di tutto, più che una guerra tra uomini, vedo una guerra contro noi stessi. Perché solo chi non è in pace con la propria anima, può dichiararsi in guerra con il mondo.
Vedo gente manipolata senza ideali, che segue inerme tutto quello che viene scritto su un sociale. Un mondo telematico e globalizzato, che invece di unire, divide.
Troppe risorse buttate in armamenti, risorse che potrebbero alleviare, immense sofferenze. Eppure tutti i governi del mondo preferiscono spendere per allestire ordigni di morte anziché favorire la vita.



VERDE SPERANZA
a cura di Buonomo Riccardo L.S. 
A.s. 2014-15

Cosa è rimasto di quel mondo naturale, conosciuto fin dalle sue origini e abitato dai primi uomini? Quasi nulla. 
Ciò che un tempo era il pianeta del verde, oggi è diventato il pianeta del grigio. Un mondo scuro a causa dell'azione di noi stessi, che di giorno in giorno roviniamo sempre più la nostra grande casa con emissione di gas e attraverso la costruzione di edifici su un suolo che un tempo era ricoperto da prati, da boschi, o da un campo di fiori. 
Tutti noi dobbiamo sentirci colpevoli poiché stiamo distruggendo ciò che ci dà vita. L'esempio più eclatante è la foresta amazzonica, polmone del mondo, e continua mente sotto tortura a causa dell'edilizia. 
Sarebbe opportuno che ognuno di noi prendesse parte ad un progetto mondiale per un "mondo più verde" anche con semplici gesti, come attenersi alle regole della raccolta differenziata; tutto sarà finalizzato al miglioramento delle nostre condizioni. 
Il rispetto, la sensibilità, la responsabilità sono le parole chiave di questa nostra iniziativa che dovrebbe estendersi a tutto il mondo, mettendo da parte l'avidità di denaro, prima causa di questo processo degenerativo.



DUE MONDI IN UNO
a cura di Di Maccio Antonietta 5^ M ITE

Dalla lettura dell’articolo “IL COPYRIGHT DEL TERRORE” di Dan Winslow del 5 dicembre sul Corriere della Sera si ricavano considerazioni circa le possibili relazioni tra i cartelli sudamericani della droga e gli attentatori dell’Isis.
Il giallista americano spiega che nel mondo del terrorismo e del narcotraffico vi sono sempre state connessioni, molti terroristi hanno combattuto in passato, come oggi, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Oggi ai kamikaze sono spesso date droghe per mantenerli calmi e impassibili nel caso abbiano ripensamenti prima di uccidere se stessi e altri.
Un altro nesso tra questi due mondi è l’economia.
Come sappiamo i terroristi hanno bisogno di denaro per le armi, il reclutamento e  gli spostamenti e uno dei mezzi più semplice con cui procurarlo è lo spaccio di droga.
Ad oggi i terroristi islamici, tra cui Al Qaeda e Isis, raccolgono fondi dal traffico di cocaina nel sud dell’Africa.

Di recente si è verificata una tendenza ancora più inquietante ovvero che questi due mondi hanno cominciato ad adottare tattiche per controllare il territorio per avere appunto dei luoghi dove addestrare i combattenti, pianificare le operazioni, coltivare o importare droghe.
Per il controllo del territorio, quindi per una “tranquillità del terrorismo” c’è bisogno del controllo del popolo, per ottenerlo i cartelli messicani hanno adottato classici sistemi terroristici che combinano da un lato la mano aperta e dall’altro il pugno duro.

Per mano aperta si intende fornire servizi che il governo centrale non può o non vuole dare, questo avviene soprattutto nelle comunità sottosviluppate.
Chiaro esempio è il Boss dei cartelli messicani Joaquin “Chapo” Guzman diventato eroe locale e sostenuto dalla popolazione grazie a operazioni di mano aperta ovvero per aver fatto costruire chiese, campi da gioco, cliniche ecc.
Per quel che riguarda il pugno duro, i cartelli messicani hanno devastato interi quartieri e villaggi sospettati di sostenere il governo, hanno torturato e assassinato innocenti esponendo i corpi mutilati perché fossero d’avviso alla popolazione.

Ovviamente uno degli elementi necessari al terrorismo è la pubblicità.
Lo scopo dei terroristi è diffondere la paura, un atto terroristico non serve se nessuno ne ha notizia. Per raggiungere questo scopo i terroristi islamici contemporanei utilizzano le tecniche dei cartelli messicani ovvero l’utilizzo dei social media.

I video choc dei cartelli e dell’Isis terrorizzano milioni di persone; i cartelli utilizzano i video per affermare la loro superiorità morale sui rivali, gli islamisti invece per denunciare i loro motivi di risentimento e proclamare i loro programmi.
L’Isis oggi, ancor più di quanto facesse Al Qaeda, usa i social network, nei quali fa circolare contenuti virali (che vengono cioè condivisi e visti da milioni di persone in poche ore).

Per essere virale un contenuto deve provocare un alto tasso di eccitamento. Questo è necessario per provocare una reazione dell’utente, che quando si è entro un social network di solito consiste in una condivisione o un commento. Fra le emozioni più efficaci sui social network per stimolare la condivisione ci sono la collera, l’ansia e l’indignazione. Purtroppo i contenuti che questi terroristi rilasciano, carichi di queste emozioni negative, sono i video dell’esecuzione. Essendo sensazionali e raccontando fatti gravi vengono inoltre amplificati dai media tradizionali come Tv e stampa.
Purtroppo alcuni giornalisti sono stati torturati e uccisi per aver pubblicato contro-informazioni.

Attualmente da quando questi due mondi si sono alleati anche le forze anti-droga e anti-terrorismo si sono unite.
Squadre speciali riescono a localizzare i capi terroristi e i trafficanti di droga grazie a intercettazioni telefoniche, analisi dei computer e tecniche “rafforzate” di interrogatorio.
Oggi, quindi a quanto dice Dan Winslow,  terroristi e  narcotrafficanti hanno unito i loro due mondi in un solo mondo pieno di paura e terrore.



I GIOVANI E IL WEB: PERICOLI, CONSIGLI E FIDUCIA  a cura di  Camelio Noemi 3^ C ITE


Un problema sempre più ricorrente è quello dell’utilizzo del web: c’è chi non riesce ad adattarsi alle nuove tecnologie e le evita, chi ne usufruisce in maniera equilibrata e chi invece ne abusa. 
Purtroppo come si suole dire, il troppo storpia e ad accorgersene sono i genitori degli adolescenti di oggi, che si ritrovano a fare i conti con figli ormai totalmente dipendenti da internet.
In effetti, in un periodo così costruttivo e delicato come quello della fase evolutiva in cui si cresce, si dovrebbero fare nuove esperienze e ritrovarsi a conoscere per la prima volta i più bei sentimenti della vita, sarebbe opportuno evitare, ovviamente non del tutto, di rinchiudersi in casa davanti ad un P.C. 
Eppure è facile a dirsi, ma non a farsi; la rete ha un vero e proprio potere: dispone di argomenti, informazioni, spiegazioni e soprattutto  è capace di conferire visibilità ai giovani che hanno bisogno di attenzioni; ed ecco che il potere del web si trasforma in pericolo. Tramite social network e videogiochi online è possibile collegarsi con gente di tutto il mondo e questo fenomeno non sempre riporta conseguenze positive. Un classico esempio è la tecnica del ‘grooming’ in cui l’adulto, possibile malfattore,  manipola psicologicamente la vittima per acquistarne la fiducia e abusarne in seguito. Se si è fortunati da non incorrere in esperienze di questo genere uno dei rischi più frequenti è costituito dai disturbi della personalità. Davanti allo schermo di un computer infatti, attraverso i selfie, si può sembrare sicuri di se stessi eppure quando c’è poi bisogno di confrontarsi con il mondo reale le difficoltà relazionali agli altri ed approcciare sono evidenti e molteplici. In fin dei conti virtualmente le emozioni tipiche di un contatto umano diretto sono impossibili da provare.
Certamente ciò che preoccupa di più è il disturbo ossessivo compulsivo, ovvero la dipendenza dal web, chiamata propriamente ‘internet addiction disorder’, i cui primi segnali sono l’apatia e il nervosismo quando si è impossibilitati di navigare. 
Ma quindi è proprio vero che internet è uno strumento completamente negativo? La verità è che il problema non sono le nuove invenzioni, ma siamo noi che non sappiamo darci una regolata. In questo caso, per quanto riguarda la rete, bisognerebbe esserne educati al buon utilizzo e combattere le ragioni che costringono i giovani a trincerarsi dietro ad un pc e a ricorrere al web: solitudine, angoscia, mancanze e problematiche connesse ai comportamenti.
Per i genitori che non sanno più quel fare, ecco qualche consiglio utile: affiancate i vostri figli mentre scoprono il mondo virtuale, evitate di garantirgli la connessione internet sempre e ovunque, di tanto in tanto controllateli e soprattutto NON DIFFIDATE, MA CONFIDATE NEL WEB. 
Alcune indagini, infatti, garantiscono che tutto ciò che gira in rete può essere utile nella quotidianità: la comunicazione istantanea, le nuove app che aiutano coloro che soffrono di malattie come la sordità o la cecità ad omogenizzarsi  con la massa… Insomma basterebbe solo eliminare i pregiudizi ed il mal utilizzo della piattaforma di internet per  iniziare a vedere nel progresso un futuro prosperoso.

-Fonte: ‘Giovani adolescenti 2.0’ di Patrizia Baldrighi 




a cura della redazione    RANKING EUROSTAT: IL LAVORO e LA SCUOLA

Eurostat tratteggia a tinte oscure con il rapporto 2014, le percentuali dei tassi di occupazione dei neolaureati e diplomati, calcolati sui tre anni precedenti. Relegati, come siamo da tanto tempo, ad essere nel fondo dei diagrammi, il lavoro dei giovani, i nostri diplomati e laureati che sono ultimi e penultimi rispettivamente.


Questo ci dice infatti il Ranking Eurostat 2014(riferimento ai tre anni precedenti e dopo i primi tre anni dal diploma/laurea)riguardo ai dati che ne scaturiscono, quasi a dire e a rimarcare il fatto che senza cultura non c’è lavoro, ne lavori ne quelli nuovi o quelli del futuro. Guardando lo specchietto pubblicato sul Sole24ore del 7 Gennaio si evince chiaramente la mancata relazione della scuola italiana con il lavoro e la assoluta necessità di un piano per la creazione di lavoro e di lavori.

Siamo penultimi, prima della Grecia che con il suo 47,4% di occupazione/neolaureati- percentuale riferita a dopo tre anni dalla laurea- è l’ultima nella classifica. Noi superiamo di poco, siamo al 52,9%, contro l’80% della media U.E..

Se Eurostat analizza solo i dati, pare evidente(pur persistendo la crisi economica)quanto non siamo stati in grado in Italia di accertare i minimi requisiti per collocare i nostri laureati/diplomati in posti disponibili o per crearne dei nuovi.

Perchè la ragione di questa non-occupazione o meglio di non-lavoro non sta tanto nella capacità del paese di creare risorse culturali quanto di farle afferire ad una sfera lavorativa esistente o in progetto o futuribile. Per “afferire” si intende “spendere” professionalmente il bagaglio culturale appreso durante il periodo scolastico o accademico.

I diplomati della scuola secondaria soffrono ancor di più, e qui il dato è anche peggiore, siamo, infatti, l’ultimo paese, dietro a tutti anche alla Grecia, al 30,5% contro una media U.E. Del 50,8%.

Complessivamente tra diplomati e laureati la media ci porta ad appena il 45% rispetto ad una media U.E. Del 76%.
Dunque la nostra scuola parrebbe non essere in grado di formare "professioni". Gli I.T.S. e gli Ie.P.S. (istituti tecnici e professionali superiori) risultano all'oggi non  funzionali alle esigenze attuali del lavoro in quanto intrapresi da pochi(circa 7 mila studenti) e visti come perdite di tempo poichè non danno un accesso sicuro al lavoro. Una maggiore specializzazione sì per gli I.T.S. che sono regionali, specializzazione, però, che non conviene a chi li assume essendo "più professionalizzati" e quindi da pagare di più. Anche gli IeP.S. darebbero un maggior contributo se fossero gestiti dalle Scuole Pubbliche, invece, di come è adesso ai Privati, che ne hanno fatto divenire più un'operazione di business che un’effettiva politica occupazionale. L’Università, poi, manca di una vera interfaccia sia nell’ambito della ricerca che di quello professionale vero e proprio anche perchè, diciamo la verità, grandi realtà, industrie-laboratori-fabbriche-aziende, non ve ne sono e quelle che c’erano sono andate via(per una serie di motivi tra cui l’enorme tassazione sul lavoro). Che poi le Università in genere abbiano contribuito, con il minor investimento da parte dei governi in questi ultimi anni, a rendersi sempre meno prolifiche sotto l’aspetto della qualità-quantità salta subito all’occhio in tutte le classifiche, non solo quelle di Eurostat.
Da molti studiosi si evince che un eventuale crescita(o meglio ri-progettazione) del lavoro non va individuata solo ai fini e per gli effetti fiscali, pensionistici e degli sgravi in genere che genera per le aziende, quanto invece nella capacità di un Paese di creare lavoro, non posti di lavoro. 
La scuola crea nuovi lavori? Ovvero i diplomati e i laureati sono in grado di entrare nei "nuovi" lavori o di inventarne altri?

Questa è la vera domanda che dobbiamo porci sia per una scuola diversa sia per la ricerca dei lavori



IL VIAGGIO(del Turismo) INIZIA SULLO SMARTPHONE.  E IL TURISMO FISCALE                                               a cura di Pezza Giorgia 5^ L   ITE

In Italia, dal 2012 ad oggi, sono state finanziate 17 imprese per lo sviluppo futuro del turismo sugli smartphone. 
Il mercato italiano dello start up di questo settore inizia a prendere forma sul confine tra i vari business che lo animano. 
Sono innumerevoli le app adibite alla prenotazione di aerei e alberghi. Il canale online è ormai protagonista nelle scelte dei viaggi e assistente preferenziale in caso di necessità. 
Sono tante e diverse le incombenze da sbrigare prima di poter partire per una vacanza, e buona parte di queste spesso richiedono tempo e creano problemi che in genere si preferirebbe evitare. 
L'apporto della Rete in queste situazioni è tra quelli più apprezzati dagli utenti, proprio per la possibilità di ridurre intere procedure a pochi passaggi online, con l'ulteriore vantaggio di affrontare meglio anche gli imprevisti sul momento, sfruttando la connettività mobile. 
Di fronte a cambiamenti di portata così ampia, il settore del turismo è quindi chiamato ad adeguarsi sotto svariati aspetti, in modo particolare per quanto riguarda infrastrutture e tecnologia. 
Sullo sfondo c'è una scena mondiale che macina molteplici investimenti. 
Nel 2015 si è registrato un 48% di imprese con ricavi uguali o inferiori a 10mila euro. 
L’Italia è però riuscita là dove altri paesi ben più potenti continuano ad arrancare: la lotta al turismo fiscale, utilizzando l’azione congiunta delle autorità fiscali e di quelle penali. 
Il primo test della strategia italiana contro il turismo fiscale delle multinazionali è stato chiuso con successo. 318 milioni di euro di imposte versate dalla società fondata da Steve Jobs, la Apple. Ed ora toccherà anche a Google, Amazon e Facebook a vedersela con il fisco italiano.
Stabilire se la via italiana sia di esempio per gli altri paesi non sarà facile capirlo, anche perchè se da un lato si recupererà molto denaro, questo è solo un parte, in genere media di 1/4 o meno di quello che dovevano pagare in origine. 
E non tutti sono concordi con questa specie di "condono", le tasse si pagano come ogni cittadino, viene recitato in giro, tutte non solo una parte. Perchè gli altri le pagano per intero e se sgarrano in un anno si triplicano.
Il pensiero va al fatto che le app e il telefonino saranno in grado di velocizzare i processi turistici sicuramente e molti ne trarranno vantaggio. Ma si elimineranno lavoro e posti di lavoro se non si provvederà, lo Stato, il Ministero della Pubblica Istruzione, a creare un catena e un indotto, prima che professionale, scolastico e tale per accedervi ed avere le competenze necessarie. 
Esiste, esisterà mai una scuola che introiti queste informazioni e ci porti  ad avere quelle competenze necessarie, anche umane, per condurre un equo rapporto "muto" con il telefono? 



DIGITALE A SCUOLA?   a cura di Matteuzzi Elena 5^ M ITE


Da qualche anno a questa parte la scuola sta cambiando cercando sempre più di inserire nelle lezioni strumenti digitali. Il Miur ha attivato effettivamente tanti corsi e tante promozioni sia per noi alunni che per i nostri insegnanti. 
C'è tanto da fare! Ma con cosa lo facciamo? Quando? E con chi?
Le possibilità sono enormi, come anche le interfacce, che offrono i vari siti istituzionali, e molti sono i corsi e i progetti attivati. 
La possibilità di parteciparvi però sembra un miraggio se paragonata all'assenza quasi endemica di mezzi e attrezzature come pure di docenti-specializzati nelle singole materie, dovendosi svolgere prevalentemente di pomeriggio in quanto la mattina sarebbe impossibile. Strumenti, mezzi ed attrezzature sono relegate a pochi e non sempre a funzionali laboratori. E i docenti, che sono molto attenti alla programmazione curriculare non possono certo sdoppiare la loro attività tantomeno ridurre l'una a vantaggio dell'altra e considerato che non ci sono adeguati finanziamenti oltre il normale orario di lavoro.
Certo l'idea è ottima e corre con i tempi, ma, dalle informazioni che ci arrivano anche da altri istituti, possiamo dedurre che introdurre il digitale nelle scuole, se non si porrà un adeguato rimedio, sarà un vero fallimento. 
Tablet e lavagne interattive (quando ci sono-ma non ci sono!) possono creare dei seri problemi se i docenti e noi alunni non facciamo, a valle, corsi obbligatori per impararli ad usare. 
E' evidente infatti che mettersi davanti ad una LIM(lavgana interattiva multimediale) o ad un tablet piuttosto che ad un risponditore esige prima di tutto la competenza del mezzo, immaginiamo poi quanto tempo si perderebbe in classe per l'uso. Chiaro che una volta formati sarebbero degli integratori ausiliari fantastici per noi però, al momento, la cultura scolastica italiana rimane ancora "cartacea". 
Definita dal rapporto tra spiegazioni, libro/i di testo, studio e verifiche, la didattica della scuola italiana è ancora tradizionale, l'e-learning non pervenuto o se sì-in parte- viene partecipato con pochi accessi da parte degli studenti e visti poco più come una perdita di tempo e confusione circa i mezzi strumenti di studio. 
Non si sa ancora bene l'impatto delle tecnologie informatiche in campo educativo, quali effetti hanno sulla mente degli studenti e sulla loro capacità di apprendere, ma in seguito ad una recente indagine del pedagogista Benedetto Vertecchi possiamo dedurre che con la diffusione di dispositivi digitali all'interno delle scuole si è andato in seguito ad una diminuzione della memoria da parte degli studenti e l'aumento delle difficoltà nella percezione spazio-temporale da parte dei giovani.
Uno studio dell'OCSE(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha infatti rilevato che gli alunni che utilizzano per di più o meno il 50% delle ore in classe i PC stanno perdendo man a mano sia la capacità di scrittura, secondo la propria lingua, a favore di un linguaggio informatico senza anima e con contenuti molto poveri, che una memoria di accumulo a favore di una  di "pensiero ad immagini", quella/e su cui si sta davanti al pc).
Fortunatamente o sfortunatamente dobbiamo dire per gli studenti italiani? 
Essi si classificano all'ultimo posto, circa il 17%, contro il 43% e il 52% , rispettivamente di Grecia e Germania, le nazioni che usano di più il pc in classe. Il dato, seppur negativo per gli italiani, circa l'uso del computer, arriva a far dire all'OCSE che sono gli unici studenti dell'Europa ad avere ancora una "certa" capacità di scrittura e logica compenetrata di pensiero. 
Un danno o una beffa!



EBREI E CRISTIANI, UNICA FAMIGLIA  a cura di La Rocca Arianna 3^ C ITE

Domenica 17 gennaio, Papa Francesco è entrato nel Tempio Maggiore di Roma ed è stato accolto con affetto dalla comunità ebraica. Il Tempio Maggiore, principale sinagoga di Roma, una delle più grandi d'Europa, fu costruito tra il 1901 e il 1904 su uno dei quattro lotti di terreno ricavati demolendo le più fatiscenti aree del Ghetto. 
Questa è la terza volta che un pontefice varca la soglia della Sinagoga romana e secondo il rabbino capo Riccardo Di segni, la terza volta che si compie un’azione diventa una consuetudine. 
Per molto tempo ebrei e cristiani sono stati due popoli divergenti, molte volte in lotta tra loro, ma è arrivato il momento di capire che l’ebraismo e il cristianesimo sono come due linee coincidenti. 
Il primo Papa a promuovere una conciliazione tra cristiani ed ebrei fu Giovanni Paolo II nel 1986  con l’ incontrò con il rabbino Elio Toaff. Entrando nel Tempio Maggiore ha avviato un periodo di riconciliazione tra le due religioni. 
Dopotutto, dobbiamo tener conto che queste fedi non sono molto diverse tra di loro e che il cristianesimo affonda le proprie radici nell’ebraismo, “Gesù è ebreo”. 
Quest’incontro religioso è stato la prova che per stabilire l’unità, la pace e la libertà tra i popoli è necessario un dialogo con la consapevolezza di rispettare l’altro mantenendo le proprie tradizioni e la propria identità. Lo scambio di idee permette un accrescimento e una conclusione giusta, la mancanza di un dialogo non porta alla risoluzione di un problema. Solo in questo modo l’antisemitismo può essere eliminato, così come tutte le varie discriminazioni, razziali e religiose. 
In questo difficile momento cristiani ed ebrei sono chiamati a risolvere problemi di grande rilevanza. Per vincere la pace e la giustizia, bisogna agire insieme contro persone che compiono gesti orribili e giustificano le loro azioni nel nome di Dio. La salvezza può esserci solo attraverso una coalizione ed una collaborazione di tutti i popoli. 
La religione non deve essere confusa con la politica, ma deve essere un modo per creare un legame di pace ed amicizia per evitare tragedie come quelle che stiamo vivendo. 
Insieme si può evitare di ritornare alla drammaticità della Shoah ed abbattere il muro di pregiudizi che c’è. 
Là dove la vita è in pericolo, – ha sottolineato Bergoglio – siamo chiamati ancora di più a proteggerla. Né la violenza né la morte avranno mai l’ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell’amore e della vita “Ebrei e cristiani possono costruire un futuro insieme”. 



CIVILTA' e AMORE   a cura di  Sara Scuccimarra 4^ M  ITE

"È ora che ogni persona, gay o etero che sia, possa svegliarsi in un paese più giusto. 
È ora che l'amore non sia più invisibile. 
È ora che tutelare ogni progetto di vita insieme diventi finalmente affare di Stato. 
Perché non possiamo più permetterci di trattare l'argomento dei diritti delle coppie omosessuali e dei loro figli con opinioni puramente personali.
Non è il momento, e se mai lo è stato, di essere più o meno d'accordo, contro o a favore, convinti o indecisi su come qualcun altro dovrebbe vivere la propria vita. In Italia è ora di essere prima di tutto qualcos'altro, qualcun altro, per la prima volta fin in fondo.  
È ora di essere "civili."
È così che scendono in piazze diverse di tutta Italia centinaia e centinaia di gay e coppie omosessuali, etero compresi, ragazzi, ragazze, di qualsiasi età per protestare e combattere quello che per loro credono possa essere una grande vittoria oltre che un diritto. 
Eppure era parecchio che qualcuno non ci mettesse per davvero  la faccia, era passato  tanto dall'ultima volta che qualcuno, un qualsiasi individuo scendesse in piazza, protestando civilmente tra l'altro, per reclamare un diritto che già 3/5 del mondo ha da parecchio. 
America, Spagna, Francia, e così via.. potenze mondiali con menti aperte, che hanno permesso a queste persone di poter vivere le loro vite serenamente, con libertà e amor  proprio. 
E perche proprio l'Italia a dire no? Paese inaffondabile, ma quasi affondato.. Paese di arte, di storia, cultura.. e tanta tantissima ignoranza. Paese di persone, stereotipi che si lascia cullare da dottrine ecclesiastiche e vede ogni punto di apertura mentale come un qualcosa da dover buttare, calpestare, sterminare.
Ma Amore=Amore non Diversità



ADULTI  E ADOLESCENTI: UNA COMUNICAZIONE DIFFICILE  a cura di La Rocca Arianna 3^C ITE

La vita è un processo che comprende tre fasi principali che segnano ogni persona. Il primo momento è il periodo dell’infanzia, in cui i bambini cercano affetto e sono talmente dipendenti dai genitori che il loro amore è l’unico mezzo per crescere. La terza fase è il periodo della maturazione, della nostalgia dei ricordi. La fase di mezzo, la più importante, sensibile, ma anche la più bella è quella dell’adolescenza.
In questo periodo i ragazzi subiscono grandi trasformazioni, sia fisiche che ideologiche. È un momento di preparazione alla vita da adulti e le incertezze scatenano molte domande: Chi sono io? Che posto occupo nella società? Cosa voglio?
Per rispondere a queste questioni molto importanti, il ragazzo inizia a provare nuove esperienze, nuove emozioni che lo porteranno a scoprire se stesso. Durante l’adolescenza, quindi, i giovani sentono il bisogno di diventare autonomi, di conquistare il mondo da soli senza l’aiuto di nessuno. Gli adolescenti dunque provano a sentire “l’euforia” di essere adulti trasgredendo i valori familiari che fin da piccoli i genitori hanno loro imposto e di conseguenza vengono definiti “ribelli”.  I ragazzi, però ritengono che questo atteggiamento sia un modo per entrare a contatto con la vita reale, fatta di problemi, decisioni. Non rispettando le regole della famiglia, i ragazzi iniziano a fidarsi delle proprie azioni, dandosi nuove spiegazioni. Sono infatti questioni di tutti i giorni i litigi tra genitori e figli, perché il dialogo di una volta non esiste più, gli ideali ed i pensieri sono diversi e i ragazzi credono che la loro ragione abbia più valore del classico consiglio. Gli adulti non capiscono il motivo di questa agitazione e non riconoscono nel figlio il bambino che hanno cresciuto e protetto da sempre. I genitori non sanno che atteggiamento utilizzare nei confronti di questa nuova persona che è apparsa ai loro occhi. Si sentono delusi ed offesi a causa del comportamento ostile che i figli adottano nei confronti di coloro che hanno dato loro gli insegnamenti basilari della vita. Le nuove tecnologie sono un’altra causa della poca comunicazione e delle maggiori discussioni. I ragazzi quando utilizzano uno strumento di comunicazione informatico  si creano una muro immaginario ed entrano in un mondo virtuale in cui le parole non esistono e ciò li porta anche ad essere più scontrosi ed alterati.  
Gli adolescenti, dunque, dovrebbero parlare di più, condividere i loro pensieri e non sfogare tutta la loro rabbia in grida o attraverso il cellulare. 
Gli adulti non dovrebbero dimenticare che anche loro sono stati ragazzi  e anche se le condizioni economiche o i rapporti familiari erano diversi, sono diventati adulti imparando dai propri sbagli. Dopotutto proprio grazie alla diversità di idee sono state generate ribellioni che hanno cambiato il corso della storia.



CERVELLI IN FUGA    a cura di Di Crasto Giorgia 3^ B ITE

In Italia molto spesso sentiamo parlare di “Cervelli in fuga”. Questo fenomeno, di cui si sente più parlare da un paio di anni, porta molti ragazzi laureti a lasciare l’Italia per poter trovare lavoro all’estero. 
Si sente parlare di sanità che scarseggia, ma nessuno si pone mai la domanda del perché ci sia questa situazione, non ci rendiamo conto di tutti quei medici che volano all’estero perché qui non c’è posto disponibile per loro, perche proprio quei posti sono stati occupati dai cosi detti “Medici corrotti”, così la stampa li definisce. 
Come ho sentito di recente su una pagina Facebook chiamata “Con e per Luana Ricca”, dove la sorella di questa donna che si chiama appunto Luana, suicidata dopo essere tornata dalla Francia dove svolgeva il lavoro di dottoressa, ha attivato questa pagina proprio per mettere in risalto tale problematica.
Tornata il Italia non è riuscita a trovare un lavoro e per questo si è tolta la vita. La sorella ha aperto questa pagina Facebook per tutte quelle persone che come sua sorella non riescono a trovare un lavoro. 
Oggi si è diffuso a livello molto elevato questo problema che colpisce in particolar modo i giovani, che pur avendo una laurea come avvocati o altro, si ritrovano a fare lavori che non dovrebbero essere di loro competenza, perché ci sono persone che magari hanno pagato, hanno corrotto e si sono corrotti, per poter avere il posto di lavoro o di ricercatore. 
Di recente ho parlato con una persona che mi ha raccontato la storia di suo figlio, che ad oggi lavora in America come architetto (anche se laureato con un voto molto alto) perche qui in Italia non riusciva a trovare un’azienda che apprezzasse il suo lavoro, fino a quando un’azienda Americana non lo ha chiamato e gli hanno offerto il posto di lavoro. 
Questo caso dev’essere da esempio per tutti noi, non ci dobbiamo arrendere  bensì dobbiamo inseguire i nostri sogni e non farci abbattere da alcune persone che ci dicono che non valiamo nulla, perche noi siamo molto di più.



LA SITUAZIONE ITALIANA(veloce e sintetica)RISCONTRATA IN UN TRAFILETTO DI UN ARTICOLO  DEL  SOLE 24ORE  a cura della redazione

“......In Italia ci sono 868 opere incompiute con uno spreco di circa 166 euro a famiglia, nel 2013 le opere incompiute erano a quota 692: un grande progresso non a beneficio dell'Italia, ma ad aumentare incertezza e debito pubblico, un progresso al disavanzo dell'Italia e delle future generazioni. 
Abbiamo un disavanzo anche nell'anagrafe, considerando che nel 2015 abbiamo una popolazione in calo, le nascite sono state 488mila (8 per mille residenti), 15mila in meno rispetto al 2014. 
Nello stesso anno, il tasso di mortalità è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi, nello stesso periodo, abbiamo aumentato l'export delle emigrazioni, sono 100mila connazionali che si sono trasferiti all'anagrafe Aire. 
Questa è la svolta buona del nostro bel Paese. Eppure i politici dovrebbero lavorare per il bene comune, per dare corza e mezzi al Paese per cambiare, per stare al passo coi tempi, per essere competitivo. ....” Alberto Calle 

E' difficile pensare in termini di paese unito se lo spreco arriva ad esser tanto e ad essere ri-scaricato su di noi(o le nostre famiglie). Lo è ancor più quando quelle opere non-realizzate e non usate pesano sul nostro debito che è ben oltre i 2000 Miliardi di euro.
Ma quando si osserva che le nascite subiscono ancora in ulteriore calo(la media era circa 1 bambino appena a coppia) e le morti sono in aumento(ovvero che si muore di più rispetto sino a un paio di anni fa quando si leggeva che il nostro è/era un paese in invecchiamento)significa una sola cosa: essere contro  storia e natura e che "qualcosa" sia a livello economico sia sociale stia succedendo. Molti nostri zii, nonni e parenti pensionati prendono la via dell'estero, l'AIRE(Anagrafe Italiana Residenti all'Estero)lo certifica.
Molte nostre menti giovani si spostano all'estero per trovare lavoro e raggiungere una posizione e tranquilità sociale.
Qualcosa anche questo vorrà dire.
Certo ci verrebbe da dire che qualcuno, complottisticamente parlando, possa affermare di riduzione perchè siamo troppi(tra l'altro è in atto in tutto il mondo e per il web girano articoli di scienziati, Premi Nobel, che hanno commentato e scritto in tal senso), ma pensiamo sia più semplice capire che stiamo andando contro natura e contro la nostra stessa storia(di esseri intelligenti).
L'economia e forse la conseguente perdita del valore di acquisto fa sicuramente male a chi come giovanissimi(anche coppie) e pensionati con il minimo dovrebbe viverci e sceglie quindi la via della partenza. Ma anche il sociale si sta sempre più distruggendo e sparendo, non solo per le misure economiche strette di cui si diceva prima bensì  per la perdita di valori a vantaggio di politiche. Politiche è diverso da valori. I valori dovrebbero essere supportati dalle politiche. Queste invece sono freddamente e sempre più ancorate ai grafici piuttosto che alle situazioni reali.
Noi desidereremmo non perdere economie ma neanche consentire che queste ci diano la scansione della nostra vita.



MAMME-CIGOGNA: PRO O CONTRO?  a cura di Blè Sharon 4^ L ITE

In questo ultimo periodo abbiamo incontrato un'Italia pronta alle sfide e ben predisposta a un cambiamento di mentalità e adattamento. 
Riconosciute le Unioni Civili, però, oggi sorge un'altro problema: l'utero in affitto(meglio chiamato SURROGA). 
La maternità surrogata, o anche detta "maternità su commissione" consiste nel disporre parti del proprio corpo per consentire a terzi la possibilità di avere un bambino, senza impegnarsi direttamente.
Molto diffusa in America, questa pratica permette a molte donne, o per impossibilità o non volutamente, di esaudire il proprio desiderio. Da un po', svariate coppie omosessuali riescono a diventare genitori grazie a questo processo abbastanza complesso. Ma non solo omosessuali, si rivolgono a questa "tecnica", in altri paesi legale, anche e soprattutto coppe etero.
La pratica fa discutere: c'è chi ne denuncia i fini commerciali, chi ne evidenzia invece l'aspetto altruistico, e per di più implica numerose questioni, etiche, sociali, religiose, ma soprattutto giuridiche!
Un esempio è il riconoscimento del bambino come cittadino dello Stato dei genitori biologici. 
Svariate coppie, italiane, svedesi, francesi e belghe sono state fermate alla frontiera mentre provavano a riportare i propri figli a casa. 
Molti Paesi europei vietano la donazione di ovociti e l'utero in affitto.
Ma perché? Chi si pronuncia contro, prospettano queste attività come fonte di guadagno: il bambino, attraverso una "manipolazione di cromosomi", si "forma" pezzo per pezzo, grazie a una sorta di catena di montaggio, per cui un uomo dà il seme, una donna fornisce l’ovulo, una altra donna ancora mette a disposizione l’utero, facendo sì che il valore dell'essere umano... scompaia. 
Il problema quindi, non risulta tanto per i genitori... ma tanto ai bambini stessi! Emerge quindi il campo psicologico. Purtroppo nessuno ha il potere di chiedere al bambino se si senta traumatizzato dopo aver perso la madre biologica, o, peggio, se si senta, in qualche modo, confuso, di essere stato "comperato" e, per di più, di essere nato da una serie di pratiche "artificiali". Si pensa quindi a dei problemi psicologici che potrebbero risultare abbastanza seri più in avanti nel percorso di vita del bambino nato da surroga.
Forse sarebbe tutto più facile mettendo in primo piano l'adozione, che risulta difficile a causa di una burocrazia, forse, pressante. Migliorandola, il risultato sarà grandioso: meno bambini per strada, più... sotto un tetto.


IL LUOGO DELLA FIDUCIA  a cura di   Geseri Martina 3^ C

Autostima è sinonimo di volersi bene,piacersi ed amarsi. E' il primo passo verso il benessere psicologico. Molte volte però non tutti nutrono amore per se stessi. Fin da piccoli nel nostro nucleo familiare ci sono elementi che fanno aumentare o diminuire la nostra autostima. Ad esempio essere elogiati o rimproverati per un'azione fatta. Col passare degli anni,il bambino non si troverà più nel suo ambito familiare ma dovrà approcciarsi con altre persone.In base alla autostima acquisita si comporterà di conseguenza. Se il bambino non ha abbastanza autostima si approccerà  con insicurezza,credendo di essere inferiore a gli altri,non essere capace,paragonarsi a nullità. Ciò che potrebbe aiutare ad aumentare l'autostima in una persona è l'affiancarsi a persone che le vogliono bene,che le amino,che non le giudichino in modo negativo prima di ogni operato ma che siano di aiuto ed incoraggiamento a valorizzarsi e non sminuendo le loro capacità.
I primi nella nostra vita a svolgere questo compito sono i genitori,affidiamo a loro le basi per la  formazione della nostra autostima già dalla nostra infanzia,in modo che sia presente in età adulta.
Molte volte l'assenza  di autostima fa parte del nostro carattere. Bisogna capirlo e imparare  a volerci bene, per vivere bene, perchè si vive solo una volta.

MONDO DIGITALE   a cura di Matteuzzi Elena 5^ L ITE

Il mondo di oggi è un mondo sempre più digitale. La digitalizzazione migliora la nostra visione del mercato unico, cioè di un'economia senza barriere.  Svezia e Italia, unite a favore di un'Europa più competitiva e digitale, ritengono inoltre, considerando la velocità dell'innovazione, che l'Europa dovrebbe iniziare a facilitare la diffusione e gli investimenti nelle reti ultra veloci in grado di garantire servizi a 1Gbps dato che inseguito ad un'analisi del 2015 si può dedurre che il 15 % dei consumatori europei effettua acquisti online. 
Lo shopping economy offre nuovi modi di fare d'impresa come ad esempio indurre modelli di business collaborativo basati sulle nuove piattaforme proposte dalle nuove start-up e le nuove imprese tech, che danno una scelta più ampia ai clienti. L'innovazione tecnologica digitale ci offre l'opportunità di una crescita sostenibile e per far sì che ciò accada, l'Europa deve creare le migliori condizioni per sfruttare queste opportunità al fine, soprattutto di creare nuovi posti di lavoro e migliorare le condizioni e le richieste dei consumatori.


L'ALIMENTAZIONE  a cura di Geseri Martina  3^ C ITE

L'alimentazione è al centro della nostra vita, è una delle nostre abitudini fondamentali. In base a cosa mangiamo possiamo favorire il miglioramento della nostra salute e prevenire malattie gravi, a volte incurabili. Infatti mangiare cibo sano migliora non solo la salute, ma anche l'aspetto fisico. Molte persone però si lasciano trasportare dalla bontà di alcuni sapori che molte volte fanno parte del cibo non salutare, abituandosi al "cibo spazzatura", cibo in cui prevalgono grassi e conservanti piuttosto che proteine e vitamine. Oltre ad influire nella salute influiscono nell'aspetto fisico arrivando così in alcuni casi all'obesità, patologia che si sta molto diffondendo al livello internazionale. 
A mio parere il "cibo spazzatura" è presente ovunque, per quello che posso vedere personalmente è presente un abuso spropositato dei prodotti delle macchinette, che oltre a far spendere molti soldi ai ragazzi, offrono cibo non sano. Si dovrebbero proporre ai giovani cibi più salutari, così che anche al di fuori della scuola siano abituati a mangiare correttamente, e perché no, incrementare nei prodotti proposti anche cibi per intolleranti. Non ce ne stiamo rendendo conto ma le intolleranze stanno aumentando giorno dopo giorno, a volte anche per colpa delle mutazioni provocate dall'uomo sui prodotti naturali per scopi ben diversi dalla salute.


DAL PIACERE ALLA VIOLENZA  a cura di Blé Sharon 5^ L ITE

Pornografia: una miscela di piacere e distruzione. 
Non del tutto diverso dal tabacco, l'alcool e il gioco d'azzardo, (almeno da un punto di vista celebrale), la pornografia, oggi, è una vera e propria dipendenza. 
Il numero dei ''spettatori'' aumenta considerevolmente, e anche chi non si era mai sentito attratto da essa fino ad ora, ha iniziato a incuriosirsi. 
Tutto questo, da un punto di vista scientifico, si potrebbe spiegare, semplicemente, grazie alla scoperta dei cosiddetti 'neuroni specchio' che ci permettono, in qualche modo, di non osservare solo le immagini di relazioni sessuali in un video, ma
di viverle in pieno.
Tra i vari aspetti negativi, potremmo citare la preoccupante evoluzione del carattere umano che diventa pian piano sempre più solitario, fuggendo dalla realtà e nascondendosi dietro uno schermo. Ma la vera distruzione, si ha nel suo stesso abuso. 
La semplice visualizzazione di un 'innoquo' video, porta inevitabilmente a inviare messaggi e immagini erotici via internet al proprio partner o non.
 Il risultato? Una obsoleta oscenità e volgare carnalità che si trasformano in sinonimi di 'normalità'. 
Tutto è divenuto semplice realtà, azioni quotidiane che distruggono la coppia e non danno più valore all'amore.
L'amore diventa grottesca merce che immette le persone in un circolo senza controllo, esposti a una intossicazione continua. 
Si scivola così, dal banale al malvagio. 
Recente, infatti, è la storia della 31enne Tiziana Cantone 'colpevole' di aver girato un video hard con il proprio ragazzo in un momento intimo, e fatto girare in rete da egli stesso per semplice vendetta. L'incubo intriso di prese in giro, portò 
la ragazza con l'epilogo in tragedia, decidendo di farla finita. 
Ma non è finita qui! Il danno non è risentito solo da chi ne è la 'vittima' ma anche
da chi ci lavora, che, chiaramente, distruggono la loro vita e si negano la possibilitàdi trovare un lavoro futuro.
Una domanda: si è disposti davvero al male per un esiguo piacere? 


POKÉMON GO È VERAMENTE IL COLPEVOLE?  a cura di Di Lorenzo Valentina 3^ C ITE

Pokemon Go è un'applicazione scaricabile su smartphone creata dalla collaborazione tra la Niantic e la Nintendo. Il gioco è incentrato sui Pokémon, animaletti virtuali a cui vengono affibbiati determinati nomi e varie caratteristiche, tra cui strane forme simili ad animali ed oggetti e enormi poteri. Questo gioco consiste nel catturare i Pokémon che si trovano in giro per il mondo attraverso delle sfere chiamate Pokéball. Una volta catturati, questi Pokémon possono essere allenati, fatti scontrare con altri Pokémon e posizionati nelle palestre sparse per la mappa. 
Dopo 5 giorni dalla sua uscita negli Stati Uniti circa 7,5 milioni di persone, per la maggior parte ragazzi, hanno scaricato quest’applicazione e circa il 45% dei ragazzi che hanno scaricato Pokemon Go, gioca in media 43 minuti al giorno.
Questo gioco, come qualsiasi altra applicazione denominata "GIOCO", è stato creato per distrazione e divertimento, ma alcune persone hanno sviluppato una vera e propria dipendenza, tanto da causare spesso incidenti di vario genere, principalmente stradali.
“3 INCIDENTI STRADALI SU 4 SONO DOVUTI ALLA DISTRAZIONE. UNA DELLE CAUSE PRINCIPALI DI DISTRAZIONE È LO SMARTPHONE” citato ACI.
In Italia, secondo alcuni dati, Pokémon-Go, dalla sua uscita, ha causato diversi incidenti e diversi morti. 
A Milano, in piena notte, un uomo alla guida della sua auto si è fermato in curva con per catturare uno di questi animaletti; un altro ragazzo ancora è stato investito, non prestando attenzione alla strada a causa della ricerca di questi ultimi. 
In definitiva si può vedere come per un gioco si può finire dinanzi a dei rischi imponderabili. Da un lato ci sono persone che lo utilizzano semplicemente per divertimento e da un’altra abbiamo altre che lo utilizzano come un’ossessione, disinteressandosi del resto. 
Quindi il gioco non è per sé stesso pericoloso, ma lo diventa nel momento in cui le persone lo utilizzano in modo scorretto. 

Quindi si può affibbiare la colpa di tale stoltezza ad un Videogioco? Ad un'applicazione? O forse la colpa è delle persone che tendono a prestare troppa attenzione e ad immergersi nello smartphone, isolandosi dal mondo esterno?
Come è risaputo, gli incidenti stradali causati dalla disattenzione da smartphone esistevano già prima dell'uscita di Pokemon Go, magari una foto scattata su Instagram, o per rispondere ad un messaggio su Whatsapp.
Il vero appello che dovrebbe essere fatto a tutti, e non solo a chi gioca a suddetto gioco, è di stare ATTENTI, attenti a quando si utilizza lo smartphone, attenti a non immergersi troppo al punto di estraniarsi dal mondo, perché oltre alla propria vita, si può mettere in pericolo anche la vita di chi ci circonda.


IN TUTTE E DUE I CASI GUADAGNANDO DI MENO   a cura di Hiler Rosa 4^ C ITE

Se sei una donna spendi di più anche se guadagni di meno. Ora anche un'indagine americana lo conferma(L'indagine si chiama: «Dalla culla al bastone della vecchiaia: il costo di essere una consumatrice»). Si tratta di una questione discussa a lungo negli anni, ma ci troviamo nel 2016 e ancora la situazione non è cambiata.
Messi a confronto due oggetti quasi identici come ad esempio delle biciclette per bambini della stessa marca e dello stesso modello, è stato verificato che quella per bambine costa di più. Anche l'assicurazione auto se sei donna è più costosa. 

In quasi tutti i casi i materiali o prodotti base e i procedimenti di produzione sono gli stessi sia per gli uni che per le altre,  cosa influisce allora?
La grande differenza è sicuramente negli articoli per l'età pre-adolescenziale, poi il margine si riduce ad eccezione dei prodotti di bellezza e personali dove si raggiunge il 7% in più rispetto a quelli degli uomini.
Senza alcun apparente motivo i prodotti raddoppiano anche solo se l'immagine pubblicitaria rappresenti un donna  o a vedere con il gentil sesso.
Sapete cosa ne esce dalla ricerca allora? Che i prodotto femminili, quali prodotti del marketing, sono considerati come "speciali" pur essendo delle stesse caratteristiche di quegli maschili. E come tali quindi più costosi! 

E basta con la storia che le donne non sanno guidare!! 
Insomma se sei donna hai l'obbligo di pagare di più. 
Non vi pare una bella e buona speculazione??

Il bello in tutto ciò sta nel fatto che pur spendendo di più, il gentil sesso riceve uno stipendio minore rispetto a quello di un uomo.
L'Italia è il paese dove la differenza è pari al 5,5%, nettamente inferiore rispetto ad altre nazioni, ma comunque c'è.
Le donne studiano, pagano l'università per laurearsi e trovare lavoro come anche gli uomini, perché però non hanno diritto allo stesso stipendio?
Una retribuzione minore comporta una pensione inferiore rispetto agli uomini e secondo dei calcoli UE  il 22% delle donne di oltre 65 sono a rischio povertà contro il 16% della popolazione maschile (della stessa età). 
Seppur il contratto è lo stesso (perché così è stabilito dalla legge), le donne guadagnano meno perché prendono aumenti più bassi e impiegano più tempo per la promozione.
È un problema che riguarda tutti i paesi 'sviluppati' anche al di fuori dell'Europa. 

Mi ha particolarmente colpito una frase espressa da Donald Trump rispondendo ad una ragazza che gli chiede: << Se diventerai presidente, una donna guadagnerà quanto un uomo? >> lui rispose: << Guadagnerai quanto un uomo se lavorerai bene quanto lui. >>
Insomma si parte sempre dal presupposto che una donna non arrivi ai livelli di un uomo e pertanto deve ricevere uno stipendio più basso.

Parliamo di progresso mentale, progresso sociale e progresso scientifico, poi rimaniamo ancora a discutere sulla questione: ''donne e uomini hanno gli stessi diritti?''.


L’ALCOL OGGI. DIPENDENZA O ALTRO? COSA COMPORTA? QUALE COMPORTAMENTO ASSUMERE!    a cura di Lamberti  Beatrice III C ITE  


Al giorno d’oggi cadere nell’alcol e nella droga è facilissimo. Vino, birra ed alcolici più pesanti sono venduti legalmente e, per quanto riguarda la droga spesso circola già fuori il portone di una semplice scuola. Ciò che è veramente insostenibile è il fatto che queste sostanze vengano usate la maggior parte delle volte solo per una questione di moda o per inserirsi in un gruppo di “amici”, come se, per non sentirsi diversi, fosse necessario "per forza" comportarsi allo stesso modo(e rovinarsi per sempre). 

In quest'ultmo periodo si evidenzia anche un fenomeno che sta prendendo sempre più piede tra i giovani consumatori, il binge drinking. Con tale termine si indica il consumo di 6 o più bevande alcoliche in un’unica occasione. La popolazione più a rischio di binge drinking è quella giovanile tra gli 11-17 anni, ma anche tra i 18-24 anni, ragazzi che attuano questo tipo di comportamento per socializzare ed avere momenti di svago in più. L’incontro con l’alcol avviene ormai tramite occasioni che incoraggiano l’abuso di tali sostanze come l’happy hour, che letteralmente significa “ora felice” ed è la fascia oraria in cui alcuni bar e altri esercizi pubblici applicano sconti sulle bevande alcoliche, dove, pagando una cifra inferiore a quella proposta di solito, si ha la possibilità di bere senza limiti. In Italia è stata emessa una legge (n.189) l’8 novembre 2012 nella quale vige il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, tutti però ben sappiamo che ciò non vieta ai commercianti di venderle soprattutto nel weekend dove molti gruppi di ragazzi, per farsi grandi agli occhi degli altri e trasgredire la legge, trascorrono le loro serate nei bar, dove acquistano alcolici senza esporre mai un documento. 

Fino all'età di 20 anni circa, nel corpo umano non sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolizzazione dell'alcol, quindi le sostanze alcoliche risultano più nocive ai giovani che agli adulti assumendo una funzione di droga. Molte volte possono portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica, il coma alcolico, l’epatopatia alcolica e l’alcoldipendenza. 

In tutto il mondo vi sono all’ordine del giorno incidenti stradali causati da persone ubriache alla guida incuranti di sé stessi e degli altri. 

Le domande che mi pongo e che rigiro a tutti sono: siamo sicuri di volerci rovinare la vita a causa di queste sciocchezze? Ognuno ha svariati problemi al giorno d’oggi, ma sicuramente ingerendo alcolici e droghe non si trova nessuna soluzione ad essi; magari in un primo momento ci sembra tutto perfetto, salvo poi risvegliarsi al mattino con gli stessi problemi aggravati dai postumi degli abusi fatti la sera precedente. Allora perché continuare ad ubriacarsi? Per una notte di spensieratezza si è disposti a perdere così tanto? 
La vita è unica ed è un nostro diritto tutelarla nel migliore dei modi, è bene creare una coscienza collettiva sui rischi dell’alcol, magari con manifestazioni, incontri con persone che già hanno avuto problemi con queste sostanze e gruppi di supporto per chi è già caduto nella trappola delle dipendenze, in modo tale da poter aiutare i giovani ad uscirne o ancora meglio a non fare lo stesso errore. Troppe vittime ci sono state e ci sono a causa di esse. Ci dovrebbero essere più controlli nei locali, e persone con idee chiare che non si facciano trasportare dagli amici o dal pensiero di attimi di finta felicità. Non serve a niente piangere sul latte versato, bisogna pensare prima a ciò che si fa ed a cosa si va incontro. 

Di certo ognuno di noi ha la capacità di ragionare con la propria testa e far valere le legittime opinioni e diritti. Diciamo basta alla vendita degli alcolici ai minorenni ed impegniamoci di più a lottare contro questo enorme ed illegale settore economico!

   

IL SISTEMA ENERGETICO STA CAMBIANDO: PROSUMER E SMART CITY SI SOSTITUISCONO A CONSUMATORI E CITTA’ SOTTOPOSTE ALL’ENERGIA  a cura di Dieni Francesca 3^ C ITE

Fin dal più remoto passato, l'uomo ha avuto bisogno dell'energia. L' elettricità è davvero il nostro pane quotidiano, ma la sua crescita è drasticamente diminuita negli ultimi 20-25 anni. Al diminuire dei consumi, anche l'andamento di elettricità in Europa è calata. Così, nei paesi industrializzati viene consumata sempre meno energia, sia dalle industrie sia dalle famiglie.
Tale calo ha due ragioni, crisi economica e crescente sensibilità verso il consumo responsabile. A questi si aggiunge il grande sviluppo delle energie rinnovabili, quali solare, eolico e biomasse. Lo sviluppo delle energie rinnovabili va di vari passo con l'avvento di innovazioni tecnologiche nel campo delle misurazioni dei consumi quale il contatore elettronico. Tutto ciò cambia le regole di un gioco che era basato sul dare avere, si creava e distribuiva energia, i cittadini la usavamo e la pagavamo. Il sistema oggi però è in continuo cambiamento. Producendola, con macchinari o con pannelli fotovoltaici, si è passati automaticamente da consumatori a prosumer. I prosumer del domani, ma oggi già presenti a milioni, produrranno direttamente energia, che, in parte verrà utilizzata e in parte verrà rivenduta. Anche questo fenomeno aiuta nella diminuzione dei consumi e dei prezzi. 
Insieme, questi fattori, alimenteranno una serie di centrali elettriche sempre più piccole che, al posto delle attuali, emettranno, sicuramente, anche meno quantità di CO2 nell'atmosfera  

Il futuro prossimo della produzione di energia sta evolvendosi verso un sistema a generazione distribuita; vale a dire impianti di minor capacità, distribuiti su tutto il territorio, alimentati da un mix energetico differenziato, con un'innovazione delle reti di distribuzione. Queste reti intelligenti, smart grid, consentono un monitoraggio costante dei dati di produzione e consumo. Il loro futuro è cominciato con l'istallazione di circa 37 milioni di contatori elettronici, che permettono all'utente di leggere quanto e come sta consumando l'energia in qualsiasi momento e, all'azienda, di effettuare operazioni senza intervento del'operatore.
I contatori elettronici sono un primato dell'ENEL, prima azienda al mondo a sviluppare questa tecnologia digitale applicata in Italia ed esportata in altri paesi. È peraltro già allo studio un nuovo modello di contatore più evoluto che consentirà di monitorare la qualità della fornitura e fornire più servizi ai clienti.
Il continuo perfezionamento  delle reti che diventano smart grids portano l'attuale modello di città a evolversi verso il nuovo modello di smart city, cioè una città intelligente dove gli sprechi diventano minori, coniugando l'efficienza energetica e la tutela dell'ambiente.
Esempi di smart cities sono Malaga, Buzios, Bari, Genova, Varese e Expo Milano 2015 dove tutta l'energia che circolava veniva monitorata. La smart grid non cambia solo le città ma anche il nostro modo di vivere, gli stili di vita. Basti pensare all'integrazione di sistemi per l'auto-produzione, per il monitoraggio e la gestione di consumi, grazie a lampadine a led, climatizazzione a pompa di calore, caldaie a condensazione, piani di cottura a induzione.
Usiamo l'energia in maniera più consapevole e vantaggiosa.


PEDOPORNOGRAFIA E DARKNET, UN FENOMENO DA SCONFIGGERE A TUTTI I COSTI(parte 1^)  a cura di Di Lorenzo Valentina 3^ C ITE

Cos'é la  pedopornografia? Come si diffonde? Come si presentano le persone? Che cosa prevede la legge? 
Sono domande a cui si puó tentare di rispondere, pur nella molteplicità e difficoltà dell’argomento, ma mettere in pratica tutte le procedure in grado di eliminare definitivamente la pedopornografia e individuare i soggetti che compiono queste azioni in grado nuocere pesantemente, é difficile. Ma non è neanche impossibile. 

PEDOPORNOGRAFIA E PEDOFILIA
La pedopornografia è legata indissolubilmente alla pedofilia anche se non completamente sinergiche e coincidenti. Quest’ultima, nella sua accezione più comune-tralasciando quella psichiatrica, viene utilizzata per indicare gli atteggiamenti di individui adulti che commettono violenza sessuale sui bambini, in genere minori, o che commettono reati legati alla pedopornografia. Anche se la pedopornografia ha un raggio di azione più ampio rispetto al bacino minorile cui spesso si sottende, rispecchiandosi anche in altre categorie di età, qui si intende analizzarla proprio verso questi soggetti più deboli. La pedopornografia è la pornografia, ovvero la rappresentazione di atti sessuali, in cui sono coinvolti soggetti in età minore. Per cui si intende tutto il materiale pornografico in cui sono coinvolti i minori, direttamente e indirettamente o sfruttati per scopo sessuale. I materiali usati che possono ricondurre alla pedopornografia possono essere video, immagini, ma anche fumetti, non ultimi, purtroppo, anche i video-tutorial su YouTube. Infatti nel "Protocollo facoltativo alla Convenzione di New York" del 2000, si definisce pedopornografia "qualsiasi rappresentazione di fanciulli, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali".

L'ADESCAMENTO NELLA RETE
Ciò che però più colpisce è l’altissima percentuale di “adescamento” che si crea per mezzo della rete(fumetti-foto-video sono sempre esistiti, anche irregolari), molto più veloce e attraente dei media più tradizionali.
Il web quindi diventa un luogo d’incontro privilegiato, dalla conoscenza sino ad arrivare a un vero e proprio incontro fisico. La diffusione sul web, per quanto concerne i fenomeni di pedopornografia, è arrivata a percentuali incredibilmente alte. Queste, aumentate rispetto gli altri anni, e tuttavia ancora in aumento, fanno rilevare numeri elevati, equivalenti al +543% rispetto agli anni precedenti. Il dato è enorme, e di per sé fa pensare ad un retro mercato che richiede, condivide, posta e ritweetta questi filmati, in alcuni casi anche streaming live, e che ne pubblicizza anche il contenuto. Dove domanda e offerta fanno riferimento ad un fronte tutto interno, a vole oscuro e molto anonimo e soprattutto illegale.
È la “Darknet” lo spazio web privilegiato di questo commercio immondo della fanciullezza negata. Dove followers furbi, carpiscono, deviano, intercettano e approfittano dei meno esperti. Non è un caso che i siti darknet non lasciano cronologia né file nascosti né alcuna traccia negli hard-disk e nelle directory temp, però riescono ad individuare gli IP di provenienza, di chi accede ai siti-per cui poi è sicuramente facile un ricontatto. I siti darknet non sono però tutti pedopornografici, il loro utilizzo primario e lo scopo per cui sono nati è da determinare soprattutto in sistemi relativi alla sicurezza e alla tutela della privacy. Poi, l’utilizzo si è esteso ad hacker(femoneni di haching), alla vendita, soprattutto, di prodotti illegali tra cui anche le armi e per finire ai siti pedopornografici.
Il 78% circa di vittime della pedopornografia sono delle donne(bambine). Percentuale che fa riflettere se aggiunta ai maltrattamenti, ai suicidi e agli omicidi perpetrati in famiglia e para-famiglia e che aumenta vertiginosamente.

CONTINUA NELLA PARTE 2^ >>>>>>>>>


PEDOPORNOGRAFIA E DARKNET, UN FENOMENO DA SCONFIGGERE A TUTTI I COSTI(parte 2^)  a cura di Di Lorenzo Valentina 3^ C ITE

I PERCHE'
Ma perché ci si casca? E perchè cosí spesso? E, infine, perché una volta coinvolti i ragazzi, questi non ne parlano con nessuno? 
Innanzitutto i pedofili sul web creano account falsi, ovvero senza il nome e cognome vero e senza nessun dato che possa far risalire alla loro vera identità. Inoltre falsificano anche le immagini del profilo inserendo altre copiate da internet di bambini o una qualsiasi altra immagine che non insinui sospetto. La cosa assurda, ma è determinata da una logica ferrea, come si diceva prima, é che dietro a quelle foto/account tredicenni, in realtà si celano individui con anche piú di quarant'anni. Questi si scambiano materiali su siti meno conosciuti come Tor(della rete oscura Darknet) ma anche su uno dei siti piú famosi del mondo social, Twitter, il social network piú amato dai politici e dalle star che conta milioni e milioni di iscritti. 
La polizia postale ogni giorno riceve migliaia di segnalazioni da parte di persone cui vengono indirizzati(ai figli minori) messaggi e\o fatte richieste inappropriate. Spesso rintracciare questi account é un gioco da ragazzi poiché vengono pubblicati e viene, appunto, reso visibile a tutti, altre volte no. In più c’è un altro problema, le informazioni di alcuni account non sono reali e quindi bisogna fare indagini piú approfondite che, molto spesso, non portano a nulla, poichè gli IP originali non sempre appartengono a persone reali o vengono clonati alcuni di persone vere a loro insaputa, o sofisticati software e macchinari rimandano un IP in un luogo web che non corrisponde a nulla, o segnale che si sposta continuamente da punto a punto geografico e tale da non ricondurre più all'iniziale. 
I pedofili presentandosi, quindi, con falso aspetto come bambini, iniziano a chattare con i minorenni, che ovviamente non sanno chi veramente si nasconde dietro quegli account. Molto furbi e intenzionati ad avere un vero e proprio rapporto fisico che vada oltre quello virtuale e che in molti casi è di violenza, mettono a proprio agio i bambini parlando di calcio, di musica, fumetti, gioco e di argomenti della loro età, dimostrandosi sempre disponibili e pronti a rispondere ed accogliere ogni tipo di domanda e richiesta.
Dopo la fase di approccio, segue il primo contatto fisico con una richiesta di appuntamento. Ottenutolo con l’inganno, il minorenne, scopre, senza che possa far nulla, chi davvero ha di fronte e, a quel punto, non può fra più nulla, è solo e indifeso. Spesso invece di parlarne con qualcuno di famiglia o amico e di andare a denunciare il crimine, il bambino immaturo, si tiene tutto dentro per timore, perché è impaurito e in molti casi indotto al silenzio con ricatti di tipo fisico. Inferiore, sia dal punto di vista fisico che mentale, il minore soccombe anche perchè ha paura di rilevare la violenza subita, e perchè indotto in imbuto infernale: il timore familiare(di rivelare l'immoralità di ciò subito) e i ricatti operati dagli stupratori(annullamento degli elementi di piacere-giochi etc, o di fronte a proclamate offese fisiche). 

INDAGINI 
Anche nel Lazio vi sono stati e vi sono tanti casi. L’operazione “Sleeping dogs”, è il nome dell’indagine iniziata dal 2011, ha portato a dieci arresti tra il Lazio e il nord Italia per reati nell’ambito della pedopornografia. L’indagine, sviluppata a partire dal 2010 dagli agenti della Polizia Postale e delle comunicazioni italiana in collaborazione con l’FBI e sotto la guida di Europol, ha individuato come le darknet, siano divenute sempre più il luogo virtuale dove l’anonimato è più efficace per chi vuole delinquere. I soggetti finiti nella retata sono 15 italiani, adulti e maschi, dei quali 10 in stato di arresto, con età compresa tra i 24 e 63 anni (età media 45 anni), in gran parte non sposati. Solo quattro i coniugati, dei quali due separati con figli. Tra i gli arrestati uomini impiegati di banca, liberi professionisti, operai specializzati; due dei quali sono stati, in passato, già accusati di abuso e maltrattamento in famiglia con l’aggravante della detenzione di materiale pedopornografico.
Nello specifico dell’indagine si rileva che sono stati compiuti e fotografati abusi sessuali recenti su tre minori italiani di età compresa tra i 5 e i 10 anni. Questi, individuati, sono stati posti posti in salvo presso le loro famiglie. Dei tanti, uno solo degli abusanti arrestati era parente stretto del minore vittima. I bambini sono stati identificati attraverso l’analisi tecnica delle immagini di abuso e con l’incrocio dei dati, previo accurata ricerca delle tracce informatiche presenti nei pc, smartphones e tablet degli indagati. Gli accusati sono stati condannati a pene definitive a 5 anni e 7 mesi, 5 anni e 9 mesi e 7 anni, e due di loro si stanno già sottoponendo a psicoterapia.

VALUTAZIONI
I pedofili sono dei veri e propri criminali che approfittano dell'ingenuità dei bambini-ragazzi al fine di raggiungere un soddisfacimento avente come scopo il sesso, quello minorile. Ciò diventa ancor più grave quando avviene tra le mura domestiche, altro fenomeno di particolare evidenza, per cui, il bambino, non avendo, a quel punto, alcun riferimento, un familiare a cui rivolgersi per sfogarsi e per raccontare l'accaduto, non ha quasi mai scampo. 
Tali fenomeni sono in aumento perchè i bambini sono soli davanti agli schermi dei pc o tablet e nessun controllo viene esercitato da/per la rete, non essendoci più rispetto delle regole, nessun controllo e nessuna sicurezza. I social sono alla portata di tutti, anche dei più piccoli, che non solo non sono controllati dai genitori, data anche la velocità di connessione, ma anche indifesi dal linguaggio ingannevole e fuorviante ed hanno quindi piú probabilità di cascarci. 
La libertà é una responsabilità, e in un mondo in cui non tutti lo sono e in cui non tutti sono in grado di rispettare le regole, é giusto che ci siano dei controlli costanti  in grado di tutelare e  prevenire queste violenze. 
A volte il controllo non é tutto,  sarebbe da mettere in campo, da parte dei genitori, interesse maggiore per un'educazione più accurata e continua al fine di stabilire un rapporto di fiducia positivo, attraverso il quale sentendosi amati e seguiti sono meno restii a raccontare i particolari di situazioni  che avvengono quando sono online o distanti.
Così come la rete, il web e lo Stato devono garantire un livello di protezione e sicurezza di gran lunga maggiore, poiché solo vigilando e creando dei percorsi riconoscibili e controllabili per fasce di età si potranno prevenire queste frodi, le quali procurano un dolore immenso, malesseri fisici e psicosociali e, a volte, la morte. 
In queste situazioni, educazione e controllo sono le basi che servono, come in tanti altri casi, a rendere più chiare e sicure le informazioni ricevute dai bambini e  privilegiare il rapporto interpersonale che, mancando, è alla base dell'isolamento in cui si chiudono e per cui non comunicano. 
Vedere ridurre tali fenomeni di violenza sarà difficile ma, lottando con tutte le nostre forze, forse arriveremo ad un mondo migliore dove gli abusi sui bambini saranno azzerati. 
Violenza, solo violenza, forse fine a se stessa per il piacere della violenza stessa. Eliminarla è un obbligo sociale. Difficile, però in un mondo ormai cosí corrotto, ma non impossibile, se ci si crede, se ci crediamo.



GLOBALIZZAZIONE SI, GLOBALIZZAZIONE NO?  a cura di Lamberti Beatrice 3^C ITE

La globalizzazione è un fenomeno relativamente recente e si sviluppa quando format e programmi televisivi, inizialmente quasi esclusivamente statunitensi, vengono esportati in gran parte del mondo occidentale. Viene a crearsi, di conseguenza e di riflesso, una certa pratica omologativa che porta culture a culture, in maniera quasi sincronica, che prima non avveniva.
Paesi come l'Italia si sono improvvisamente aperti ad abitudini, usi, cultura, moda stranieri, facendo propri stili di vita altrui.
A questa prima globalizzazione culturale si è innestato il fattore “internet”, che ha aperto una finestra comune sul mondo a tantissimi paesi, diversissimi tra loro, aggiungendo alla condivisione culturale anche quella economica.
Le frontiere ormai sono solo ostacoli fisici, che a livello telematico vengono superati con facilità tutti i giorni. Effettuare operazioni economiche internazionali è quanto mai semplice; spostare capitali, creare aziende, dare lavoro e commercializzare con l'estero si può fare in poco tempo e con il minimo sforzo. Il risultato è che tutto e tutti risultano risucchiati, anche senza volerlo, nel mondo globalizzato. Ciò che indossa o mangia un ragazzo italiano, al 99% dei casi, è lo stesso di un ragazzo che vive in Giappone piuttosto che in India. Cibi, abbigliamento, suppellettili, vengono prodotti in diverse parti di tutto il mondo. Produzioni tipiche di paesi come il nostro vengono esportate ovunque, ma altrettanto si importa da ovunque.
Ormai le ramificazioni commerciali ed economiche sostenute da internet non hanno limiti, se prima si commercializzavano prodotti di abbigliamento e beni di consumo, ora la globalizzazione riguarda ogni settore: manifatturiero, impiegatizio e scientifico. Perdendo infatti la necessità del contatto diretto, professionisti, industrie, scienziati, possono collaborare e offrire la loro esperienza a paesi come la Cina, l'India e la Russia, dove i capitali sono notevoli, mentre la manodopera è a basso costo e spesso anche specializzata. E se così non fosse, per tanti è molto più conveniente investire nella formazione di manodopera piuttosto che far crescere il capitale e la forza lavoro nel proprio paese.
Gli Stai Uniti e diversi paesi europei a causa di questa situazione stanno soffrendo del fenomeno detto “outsourcing”, cioè l'opportunità di semplificare fasi e attività economiche, soprattutto nei mercati internazionali. Dando incarico a società o industrie straniere in grado di effettuare lo stesso lavoro e con un minor costo di quelle del proprio territorio, creano un enorme disagio a quelle aziende che offrivano gli stessi servizi a livello nazionale. Tutto questo causa spesso gravi difficoltà economiche alle imprese minori legate all'indotto di queste grandi multinazionali, determinandone la chiusura e la conseguente perdita di posti di lavoro.
Quello che sembra un bene per tante zone del terzo e quarto mondo, origina, in effetti, forti perdite di occupazione per tanti paesi industrializzati. Infatti contro la globalizzazione si sono schierati tanti movimenti internazionali detti “no-global”. Questi affermano che la globalizzazione non da benessere a chi è povero, che viene solo ulteriormente sfruttato, ma che arricchisce solo gli stati già industrializzati e le sole fasce, già ricche, del loro territorio. Purtroppo i dati parlano chiaro, anche in Italia questa tendenza è confermata: i ricchi sono più ricchi, i poveri ancor più.
Nello specifico della nostra regione esempi di globalizzazione non mancano. Esempi del fenomeno sono sotto i nostri occhi giornalmente, nell'agricoltura, nell'edilizia e anche nel manifatturiero, ancora rimangono nella nostra mente le immagini di tanti bimbi cinesi costretti a lavorare tutto il giorno chiusi, senza mai poter uscire, solo per produrre senza sosta accessori ed indumenti.
Una globalizzazione forzata, derivata, è quella degli immigrati, spesso usati come forza lavoro sottopagata e sfruttata da un caporalato cinico e spietato.
L’altra faccia della medaglia presenta, invece, sul nostro territorio molte multinazionali, pronte ad investire nelle nostre industrie o attività locali. Mc Donald's e le innumerevoli sedi aperte nel Lazio e in tutta Italia, oppure, nello specifico proprio nella nostra regione, la FIAT, presente da anni a Cassino, ora FCA dopo l'alleanza con la CHRYSLER americana, che ha dato nuovo vigore e sicurezza lavorativa. Un’altra fabbrica che ha beneficiato di capitali stranieri è la Pozzi Ginori di Gaeta, che ha ritrovato un po' di serenità dopo l'acquisizione da parte della multinazionale elvetica GEBERIT, la quale ha assicurato lavoro per i prossimi anni, anche se a costo di svariati cambiamenti all'interno della fabbrica, rendendola sicuramente più idonea al mercato globale.
Non è facile addentrarsi nel complesso fenomeno della globalizzazione e non sempre equi sono i giudizi e le valutazioni espressi. Anche perchè essa ha più facce e pluridirezione, investendo tutto, esistente e realizzato, senza distinzione alcuna.
A valutare la globalizzazione ci provano economisti e statisti, troppi sono gli interessi in ballo ed è ormai impossibile fermare il nuovo mercato mondiale in continua espansione. Questo, e se da un lato toglie specificità culturali ed etniche, dall'altro rende tutto più condivisibile e senza barriere fisiche ed ideologiche.


“GIOCA RESPONSABILMENTE”  a cura di La Rocca Arianna 4^ C ITE

Il gioco d’azzardo è diventato ormai parte della nostra quotidianità e di anno in anno si è trasformato in un fenomeno di rilevante importanza con effetti psicologici e sociali su larga scala, in alcuni casi degenerando, manipolando e peggiorando lo stato psico-fisico delle persone. Soprattutto tra i ragazzi è divenuto, oramai, una costante.
Lo Stato ha consentito la nascita e lo sviluppo di questo tipo di industria che non produce alcun bene o servizio, ma che, al contrario, è portatore di sofferenze con relativo e connesso deficit economico in numerose famiglie.
I dati Istat ci informano che l’11% dei consumi italiani sono destinati al gioco d’azzardo. Coloro che ne sono  maggiormente attratti   sono proprio le categorie meno agiate o con redditi medio-bassi. Cassintegrati ,  precari,   disoccupati che, essendo  bisognosi di denaro, affidano una buona parte del loro avere alla dea fortuna, al gioco, nell’illusione di vincere e cambiare le proprie sorti.  
Le raffinate menti che gestiscono l’ industria del gioco d’azzardo nelle sue svariate forme, hanno ben sviluppato studi e tecniche di stimolo e dipendenza dei  giocatori,  facendoli credere di ottenere una vittoria facile. In effetti le slot, video lottery, restituiscono il 75% delle giocate, ma in realtà la sensazione di vincita-vittoria è di breve durata e la somma restituita viene subito rigiocata.  La rapidità delle giocate  confonde la mente. Non c'è più differenza tra "ragione e stimolo" a giocare. Si ha la sensazione gratificante dell’aver  guadagnato qualcosa, nonostante le precedenti perdite. 
A trainare il comportamento dei giocatori non è più la voglia di guadagnare dei soldi, ma l’emozione che si prova nel successo. L’attività ludica si basa quindi sull’ inganno ed ogni azione ha il fine di  stimolare  ed indurle  a continuare, ad esempio, quando appare sulle slot machine l’immagine di due ciliegie scatta il pensiero di aver sfiorato la vittoria e cosi si tenta ancora nel desiderio di rivincita. Con  un esperimento in laboratorio, alcuni ricercatori hanno verificato sugli  animali l’impulso che nasce dal gioco.  Il piccione che aziona la levetta ed ottiene, a volte, l’erogazione di un boccone di cibo, viene condizionato a ricercare una gratificazione anche dopo aver ingerito a sazietà. 
I meccanismi del gioco d’azzardo, dunque, sono ben studiati  e organizzati da esperti  delle scienze psichiatriche che riescono a scavare nella logica dell’uomo, e avendo questo ”dono”, sono anche capaci di raggirarla.
La ludopatia può essere paragonata  alle dipendenze da droghe, perché vi agiscono gli stessi neurotrasmettitori dell’assuefazione come quelli provenienti da sostanze stupefacenti. Gli effetti possono essere disastrosi, le persone possono perdere il controllo delle loro azioni, il senso della ragione e dunque commettere inconsapevolmente atti pericolosi.
Solo dopo molti anni lo Stato ha riconosciuto la dipendenza dal gioco d’azzardo come malattia da curare, anche se non  vieta la propaganda dell’attività ludica. In televisione, infatti, appare sempre la frase “gioca responsabilmente”, un’ipocrita raccomandazione, molto futile. E' un modo per non assumersi la propria parte di responsabilità e far scivolare la colpa direttamente sul giocatore. La domanda allora viene spontaneamente: perché lo Stato permette la diffusione di questo “malessere” e degrado? Perché lo Stato lucra sulle debolezze delle persone?
Naturalmente anche coloro che giocano sono in parte colpevoli. Ma sono le varie strutture statali, ad esso preposto, che devono operare duramente affinché la situazione migliori. Ad esempio si potrebbero limitare le giocate o il capitale messo in gioco. Importante tenere a mente che non sempre il divertimento porta al benessere della persona.
…Non giocare, sii responsabile delle tue azioni!....


AMORE PROFONDO  a cura di Camelio Noemi 4^ C ITE

Se c’è davvero qualcosa in grado di spaventare le persone, quella è la solitudine ed ancora di più la paura della solitudine stessa.
Senza l’amore noi non esisteremmo, senza l’amore non potremmo mai sentirci veramente vivi.
Chi gode di un sentimento così puro come l’amore, non sarà mai realmente solo.
Forse in poche righe di introduzione l’amore può sembrare la risposta giusta ad ogni quesito e amare rischia di sembrare cosa semplice, eppure non sempre  è così facile.
Sarà proprio per questo che c’è chi reprime costantemente questo sentimento, perché l’amore, come si suol dire, richiede sacrificio.
Allora vale davvero la pena innamorarsi, amare ed essere amati?
Vale  davvero la pena fidarsi incondizionatamente di qualcuno, donare la propria anima, il proprio cuore ad una persona che oggi c’è e domani chissà?
Ecco che torna nuovamente la paura di essere lasciati, dimenticati, presi in giro… la fobia di restare soli.
Come sostiene F. Alberoni in ‘Innamoramento e amore’, amare ci tramuta nel centro di ogni cosa: non amiamo per gli altri, ma per noi stessi, per essere felici; quindi una volta che metaforicamente abbiamo assaggiato l’amore, la felicità, come possiamo ritenerci in grado di viverne senza?
Certo, magari anche chi abbiamo amato con tutto noi stessi un giorno se ne andrà, in fin dei conti nulla dura per sempre e sì, il distacco di cui tanto soffre Cardarelli ci sarà, si sentirà e sarà anche doloroso, ma avremo comunque collezionato il ricordo di essere stati bene e avremo imparato, nel nostro piccolo, che significa essere felici e la felicità, che è il sale della vita, va rincorsa, sempre.
Paolo e Francesca sono finiti all’inferno pur di inseguire quell’amore sbagliato e proibito che, però, anche solo per un attimo li ha fatti sentire felici: completi.
Se non ci buttiamo, se non rischiamo, se non mettiamo da parte le nostre paure, nulla più ci distinguerà dalle bambole inanimate e peggio ancora, resteremo per sempre come un puzzle che nessuno si è preso la briga di comporre, resteremo in bilico, così << con una vita vissuta a metà ed il rimpianto di non aver avuto il coraggio di amare>>.


I CENTRI MSNA E LA CAPACITÀ DI EMPOWERNMENT a cura di Scarnecchia Ilaria 3^ B ITE

Negli ultimi anni sempre più migranti sono sbarcati sulle coste italiane e tra di loro, numerosi sono i ragazzi non accompagnati di età inferiore ai 18 anni, noti come MSNA, minori stranieri non accompagnati. Nel 2016, i MSNA sbarcati in Italia sono stati il doppio del 2015. Di questo problema si è fatto carico, tra gli altri, il centro di prima accoglienza di Catania, nato nel 2015 con una capacità di 60 posti per ragazzi di 14-18 anni. All'arrivo nei porti sono stremati, spaventati e disorientati per quello che hanno visto. Molti di loro sono passati per i centri di detenzione in Libia dove sono registrati 256mila migranti tra cui 23mila bambini, abbandonati a se stessi e ad ogni tipo d'abuso.
Niente cibo. Niente acqua. Alcuni di loro neanche fanno in tempo a capire dove siano capitati. Tutti, come minimo, subiscono abusi verbali o psicologici.
Il tempo di permanenza nei centri di accoglienza è di 60-90 giorni perché poi gli ospiti dovrebbero passare alle comunità della seconda accoglienza, ma qualcuno è ancora lì fin dalle prime operazioni del 2015.
Arrivano soprattutto dall'Africa, ma anche dal Bangladesh. Hanno lasciato il proprio paese per motivi economici, in fuga dalla povertà, oltre che come under 18, hanno fondati motivi per essere protetti. La maggior parte di loro sono richiedenti asilo.
Un'importante intesa Stato-regioni nel 2014, ha previsto l'accoglienza di tutti i MSNA nello SPRAR, la rete di enti che offre servizi d'accoglienza migliori, ma nel 2016 i posti erano solo 1900 su un totale di 23000 MSNA. Arrivano soli, molte volte sono proprio i genitori a spingerli a partire, per dare loro una possibilità in più, consapevoli che il viaggio sarà pieno di rischi. La rotta del Mediterraneo centrale infatti, rimane tra le più pericolose al Mondo.
I cooperatori dei centri accompagnano i minori aiutandoli a recuperare la loro identità, per renderli autonomi per quando l'accoglienza finirà. Ma cosa faranno in futuro? Se entreranno in un progetto SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) potranno disporre di borse-lavoro e tirocini. Molti invece puntano verso l'Europa settentrionale, anche fuggendo. Inizia così un nuovo traffico verso nord.

OBESITÀ, GIOVANI, STUDENTI E SCUOLA    a cura di Di Lorenzo Valentina 3^ C ITE

Obesità in Italia e nel Lazio
L'obesità é una sindrome caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso che porta a malessere fisico con la conseguente riduzione delle aspettative di vita. In Italia, a causa di diversi fattori, come l'obesità, questa è diminuita già dal 2015 sia per gli uomini che per le donne. Circa un terzo della popolazione mondiale è obesa o in sovrappeso e si stima che nel 2025 se si continua a sottovalutare questo fenomeno saranno circa un quinto gli adulti, uomini e donne, che soffriranno di questa patologia. Dati da non sottovalutare, che dovrebbero far riflettere ognuno di noi, poichè la sanità italiana e i soldi investiti per essa è bassa rispetto ad altri paesi europei come la Germania e la Francia. Secondo le statistiche, il Lazio non rientra tra i paesi a rischio, ma non è certo il paese piú in forma d' Italia, che è la Liguria.
Per stabilire se realmente una persona é in sovrappeso o meno si utilizza l'indice di Quetlet o  indice di massa corporea (rapporto tra il peso e l'altezza). Vi sono due tipi di obesità: quella endocrina e quella primitiva; quest'ultima è quella di cui soffrono piú o meno tutti gli obesi, mentre la prima è quella piú rara e complessa. Iniziamo con specificare che l'obesità non dipende solo dalla troppa quantità di cibo ingerita, ma anche da altri due fattori che riguardano specificatamante l’ambito psicologico e comportamentale di un soggetto a rischio.
Obesità, giovani e studenti, scuola
Oggi non solo gli adulti soffrono di questa patologia, ma anche molti bambini, i quali, dall'età che va dai 6 ai 10 anni, circa il 24% risulta in sovrappeso e il 12%, obeso. Altre statistiche possono spiegare come questo sia possibile e avvenga. Una è molto indicativa: l'11% dei bambini non fa più colazione, il 28% non la fa in maniera adeguata e ben l'82% non fa una merenda idonea e sana. Altra statistica: poichè i bambini mangiano ciò che i genitori preparano, questi dichiarano che il 23% dei loro figli non mangiano frutta quotidianamente, il 41% beve ogni giorno almeno una bevanda zuccherata(il 17% più di una volta al giorno) e, cosa importante, solo un bambino su 10 ha un livello di attività fisica idoneo per la sua età, mentre 1 su 2 trascorre il tempo a guardare la tv e a giocare ai videogiochi.
Già da sole queste due statistiche allarmanti rivelano elementi negativi collaterali che peggiorano il fenomeno dell’obesità, che è e risulta sempre più in crescita, soprattutto fra i giovani e studenti
Il primo fattore che spesso viene sottovalutato ma che è uno dei piú importanti è l'attività fisica. Non bastano di certo quelle 2 ore scolastiche svolte durante la settimana a bruciare tutte le calorie accumulate in 7 giorni. Questa servirebbe in misura maggiore non solo per far perdere massa grassa, e quindi dimagrire, ma anche per ridurre stress ed ansie; ed inoltre aiuterebbe ad avere piú autocontrollo anche davanti al cibo.
Un altro fattore negativo che si riscontra nelle scuole, dove i ragazzi passano la metà della loro giornata, sono le macchinete, nella quale vengono messi cibi confezionati pieni di grassi, di conservanti, NON SANI, che vengono acquistati ogni giorno dalla maggior parte degli studenti.
Il terzo fattore è per l'appunto il cibo, che sembra scontato ma non lo è.
Quanti minuti di corsa servono per smaltire un panino? E per una bevanda zuccerata? Qualcuno di voi se lo è già chiesto? Beh, le statistiche ci danno delle risposte ben precise.
Negli Stati Uniti da qualche anno esistono i menú intelligenti che indicano la quantità di calorie che sono contenute in ogni piatto presente e successivamente arrivano liste che spiegano come e per quanto tempo si smaltisce quello che si è mangiato. Grazie a questo metodo, si è potuto constatare che la maggior parte delle persone mangiano senza sapere in realtà quante calorie contiene ogni piatto e quindi che porta a mangiare in modo inadeguato e a non avere una percezione della quantità di calorie che si assumono.
Perchè questo? Per una corretta educazione alimentare: in questi ristoranti in cui vengono proposti tali menú, le persone tendono a mangiare di meno, e ad ordinare cibi in cui sono presenti meno calorie.
Nella realtà viviamo però, sembra un paradosso, in un mondo in cui viene pubblicizzata di più la cioccolta, o i cibi pronti in 3 minuti, piuttosto che una semplice mela. Perchè? Perchè dobbiamo essere sempre influenzati da pubblicità presente su internet, in tv, in radio, sui media tutti? Perchè non ci informiamo abbastanza? Perchè dobbiamo lasciare che il nostro corpo si cibi di qualcosa che la pubblicità ci dice e ci fa credere sana e invece non lo è? Perchè ci facciamo ingannare?
Il prezzo dell'essere schiavi
Diabete, disturbi cardiovascolari, renali e osteoarticolari, tumori, apnee notturne, morti premature: queste sono solo alcune delle malattie più comuni nell'uomo che soffre della patologia dell’obesità, ben 10 volte piú rischioso.
Ma non è tutto. Secondo i dati statistici circa 2.000 miliardi all'anno, pari al 2,8% del Pil mondiale, sono spesi per curare e diventare l'obesità, il paziente normopeso costa quindi la metà dell'obeso. Ma i costi non ci sono solo per le strutture, bensí per la persona stessa obesa perchè a causa di questa patologia deve affrontare numerose spese per pomate, abiti(non facili da trovare) e sopratutto il cibo in quantità maggiore rispetto ad un comune normopeso.
Oltre ai costi economici ci sono numeosi risvolti psicologici come la bassa autostima, il rischio di isolamento(sopratutto i bambini che vengono presi in giro dai compagni). L'aspetto psicologico è sottovalutato, questo potrebbe risolvere molti più problemi che la dieta stessa non risolove, perchè magari il problema è proprio nella testa. Si dice spesso che il malessere emotivo sia una delle principali cause che scatenano diverse malattie, ed è vero. Il troppo stress potrebbe portare alle persone a "rifugiarsi" nel cibo, forse perchè l'unico momento in cui si può concedere una pausa è durante l'ora di pranzo.
La prima cosa da fare è imparare a conoscere gli alimenti sani e quelli non sani, e in quali momenti della giornata vanno mangiati. La conoscenza è alla base di tutto, se non si conosce, non si può pretendere di distinguere il bene dal male.
Il cibo non va sottovalutato, non si vive per mangiare ma si mangia per vivere, ed è per questo che bisogna farlo nel modo più sano possibile.

Bagarinaggio online e ‘Secondary Ticketing’   a cura di Noemi Camelio 4^ C ITE

Sono sempre di più i cantanti e soprattutto i consumatori finali vittime del cosiddetto fenomeno del Bagarinaggio online, l’evoluzione informatica del più classico “bagarinaggio”.
Nonostante lo scandalo legato al caso ‘Coldplay’ e ai migliaia di biglietti sold out dopo pochi minuti sull’unico sito rivenditore autorizzato (Ticketone) e disponibili nello stesso istante su siti di secondary ticketing a prezzi esorbitanti, il bagarinaggio continua la sua corsa inarrestabile e per il consumatore è ormai diventata una consuetudine vedere vicino ai biglietti del concerto prescelto la dicitura “Biglietti non disponibili”.
Succede lo stesso il 2 febbraio 2017: Ed sheeran, concerto al Pala Alpitour il 16 - 17 marzo 2017, prevendita alle ore 11.00.
Alle ore 11.00 del giorno stabilito i fan collegati al sito mettono il biglietto nel carrello, Ticketone allo stesso orario mette tutti gli utenti connessi in attesa, finita l’attesa di 29 secondi la maggior parte dei biglietti sono inspiegabilmente sold out.
Nello stesso momento, i Secondary Ticketing aprono la vendita online, rivendendo biglietti che originariamente costavano 57,50 euro (costo del biglietto, maggiorato di diritti di prevendita) a 700 - 2000 euro.
Ancora una volta il bagarinaggio online ha avuto la meglio su migliaia e migliaia di persone che hanno provato ad acquistare il biglietto per il concerto dell’artista a Torino.
A questo punto Ed Sheeran, danneggiato e costretto dalla circostanza ad esibirsi in un palazzetto completamente vuoto, dichiara guerra al fenomeno.
Ma fondamentalmente, esiste in Italia una legge che tuteli il consumatore e condanni i siti di secondary ticketing?
La risposta è no.
Quest’attività in Italia non viene considerata come un atto illecito e i siti di Secondary Ticketing vengono visti come un mezzo, che chi ha comprato qualche biglietto in più ha a propria disposizione per rivendere il ticket di troppo.
Eppure, da un’intervista condotta dalle ‘iene’ ad un’impiegata di un sito di Secondary Ticketing, è saltato fuori che i fan che rivendono i biglietti sulla piattaforma sono ben pochi e che in realtà, nel momento in cui ticketone da il via alla vendita online dei biglietti, i secondary ticketing ne sono già in possesso.
Questo succede perché spesso, sono gli stessi organizzatori dei concerti a vendere ai Secondary ticketing i biglietti degli artisti, per conseguire u utile maggiore alla fine delle vendite, per cui Ticketone si ritrova a vendere solo le ‘rimanenze’.
La musica, un’arte fondata su dei valori aulici, non dovrebbe mai arrivare a diventare un mondo di inganni e frode.
Ed è per questo che alla procura della Repubblica di Milano, è giunto un esposto affinché venga appurata l’ipotesi di reato per questo sopruso.
Staremo a vedere…
Nel frattempo, per chi si ritrova con un biglietto in più non utilizzato, sappiate che la popstar Ed Sheeran è ancora alla ricerca del biglietto per il proprio concerto.
 

UNIVERSITA' E LAVORO!!!    a cura di Toscano Noemi 5^ M ITE

Oggi il divario tra università e lavoro sembra segnare una nuova svolta; l’occupazione dei neolaureati cresce anche se non in modo molto evidente, purtroppo però si è ancora molto lontani dal poter parlare di fine crisi lavorativa. Entrare nel mondo del lavoro, dopo l’agognata laurea, è ancora una lotta….

Fortunatamente ciò non scoraggia i ragazzi che continuano ad iscriversi a varie facoltà triennali e magistrali.
Secondo sondaggi realizzati dall’Almalaurea ad un anno di distanza dal conseguimento della laurea lavora il 68,2% dei triennali e il 70,8% dei magistrali ed in testa restano ancora le facoltà di medicina e ingegneria.
Ancora una volta c’è una notevole differenza tra nord e sud: le immatricolazioni universitarie nel sud sono crollate del 30% negli ultimi 12 mesi a differenza del nord che, nello stesso periodo, ha registrato appena un -3%.
Altro nodo purtroppo persistente negli ultimi 7 anni è dato dalla percentuale con cui i laureati hanno in curriculum un tirocinio o uno stage riconosciuto: si è registrato che il 56% ha un curriculum contro il 25% dei laureati senza un giorno di lavoro attivo.
Le differenze tra meridione e settentrione si notano anche nel postlaurea: nel nord il 77% trova lavoro ad appena un anno dal conseguimento del titolo triennale mentre nel sud lavora appena il 55,2%.

PER NON DIMENTICARE: NO AL TERRORISMO   a cura di Sharon Blè ex 5L ITE

Non è certo una buona combinazione l'immagine di un luogo pieno di palloncini, chitarre giocattolo e orecchie da topolino e l'immagine terribile causata dal terrorismo islamista. 
Con in mano un giornale o con gli occhi sullo schermo,assistiamo all'alba della terza guerra mondiale, se cosí possiamo definirla. 
Manchester, 24 Maggio 2017, concerto di una delle cantanti piú influenti dell'anno e idolo delle ragazzine, Ariana Grande. Un giorno che sarebbe dovuto essere indimenticabile per la gioia e la spensieratezza, ma che si è tramutato in un giorno indimenticabile per la scia di morti e i numerosi feriti. 
Ciò che reca ancor più sbigottimento è l'omicidio sistematico avvenuto di bambini! 
Viviamo nell'incubo del terrorismo e nessuno di noi ormai può sentirsi realmente al sicuro, se consideriamo che il rischio di cadere vittima di un folle atto di violenza terroristica è ovunque: mentre si cammina per strada, si fa la spesa in un centro commerciale o in un mercato, o come in questo caso, si frequentano luoghi pubblici per ascoltare un concerto. 
Tuttavia sono da evitare le fuorvianti generalizzazioni di chi vede in ogni islamico un terrorista, causando problemi di convivenza con le numerose comunità musulmane che risiedono in Europa, Italia compresa. 
Il fondamentalismo islamico non ha nulla a che vedere con l'Islam, una religione che invece ha molto in comune con il Cristianesimo e l'Ebraismo. 
La vita è un valore fondamentale per tutti, indipendentemente dal Paese in cui si vece o dalla fede religiosa che si professa. È sacrosanto, dunque, garantire la sicurezza di tutti i popoli.


IL MONDO DEL LAVORO E LE DONNE   a cura di Scarnecchia Ilaria 4^ B Ite
"Qualsiasi cosa facciano le donne, devono essere almeno due volte più brave di un uomo per essere considerate brave quanto lui. Per fortuna questo non è difficile" (Charlotte Whitton). 
Un'affermazione ancora attuale, in particolare in Italia dove le donne hanno uno dei tassi di partecipazione al lavoro più bassi tra i paesi OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), ma al tempo stesso una delle routine più pesanti. 
Sono anche tra le più istruite e qualificate dei loro coetanei, ma meno presenti nei lavori più redditizi. Inoltre è ancora piuttosto diffusa l'opinione secondo cui il lavoro delle donne è solo aggiuntivo rispetto all'occupazione del marito. 
Gli uomini hanno una capacità di guadagno maggiore, le retribuzione maschili sono mediamente più elevate di quelle femminili anche a parità di prestazione. Le cifre parlano chiaro: le lavoratrici autonome italiane guadagnano il 54% in meno dei lavoratori uomini. Per le donne italiane è poi il doppio più difficile rispetto agli uomini avere accesso ai finanziamenti per avviare o far crescere un'azienda. 
Le donne però lavorano complessivamente più degli uomini se al lavoro pagato, si aggiunge quello non retribuito nella cura della casa e della famiglia. La svolta nel mondo del lavoro per le donne italiane molto spesso arriva con la maternità che induce a lasciare o ridurre l'occupazione retribuita. Dopo la maternità le donne hanno una probabilità di 40 punti percentuali minore di essere occupate. Una carriera lavorativa frammentata si traduce anche in una minore pensione, circa il 30% in meno. 
Eppure le donne italiane hanno tutte le carte in regola per riuscire nel lavoro, ma si muovono in un mondo che non è ancora pienamente favorevole alla loro presenza, in particolare nei ruoli di responsabilità e potere. Nonostante i numerosi ostacoli, si registrano alcuni progressi nell'uguaglianza di genere. L'Italia ha aumentato la partecipazione delle donne nei consigli di amministrazione delle imprese e l'introduzione di quote di seggi femminili in parlamento. Esistono inoltre opportunità, tramite le nuove tecnologie, di promuovere orari di lavoro flessibili che aiutino sia gli uomini che le donne nel riconciliare il tempo dedicato al lavoro è quello dedicato alla famiglia.


RAGAZZI INTERROTTI   a cura di Maja Paulina Pellegrino  5^ C ITE

".... Autolesionisti infliggono il proprio dolore sulla pelle, lasciandosi addosso cicatrici di guerre interiori. ....."

Non è semplice parlare di adolescenza, di questo periodo di transizione, tunnel di collegamento tra l'essere bambino e uomo futuro. 
Chiedendo ai ragazzi cosa sia per loro l'adolescenza, si riceve come risposta “è quella fase di crescita che inizia tra i 14/15 anni e termina al raggiungimento della maggiore età”. 
Effettivamente, la definizione di adolescenza è più che chiara a tutti, ma la domanda è “COS'È PER TE L'ADOLESCENZA?” Silenzio. 
Alcuni rispondono. “è un periodo di m.....”. 
Altri pensano che teoricamente sono gli anni più belli.
Altri ancora che praticamente “fanno schifo” perché le regole da rispettare sono troppe, gli amici si rivelano falsi amici, gli amori finiscono ed il mondo intero sembra essere contro di loro. 
Sono proprio gli aspetti apparentemente negativi che ci fanno crescere. Le esperienze ci segnano, c’insegnano e dobbiamo essere forti noi ragazzi a superare questi momenti di sconforto. 
Il periodo di sviluppo è la fase di formazione, di disequilibrio più difficile da gestire. Si va alla ricerca del bello e del perfetto, trascurando la propria persona ed il proprio carattere. Le ragazze vogliono indossare il corpo delle modelle, convinte che le ossa sporgenti siano simbolo della perfezione. 
Autolesionisti infliggono il proprio dolore sulla pelle, lasciandosi addosso cicatrici di guerre interiori. 
Alcuni ragazzi fanno uso di sostanze stupefacenti, credendo che l'illusione di un briciolo di felicità possa farli stare meglio. 
Ci sono poi, problemi ancora più gravi, con i quali volendo o dolendo si deve imparare a convivere.  Si tratta di disturbi della personalità, malattia dei piccoli geni, bipolarismo, psicosi, problema ossessivo-maniacale. 
Sono oltre 22 mila i ragazzi dai 14 ai 21 anni che vivono in comunità, perché c'è il pericolo che facciano o si facciano del male e perché i genitori non sono più in grado di gestire le situazioni. Le comunità, infatti, dovrebbero essere strumento di crescita, d’insegnamento di come vivere fuori, nel mondo. 
Ci sono genitori che "abbandonano" i propri figli alle comunità. Si sentono un fallimento, impotenti dinanzi alle sofferenze dei propri ragazzi. Anche loro dovrebbero essere supportati, perché non è semplice convivere con la certezza che dei problemi non si risolveranno mai, nemmeno con il passare del tempo.


LE DONNE E IL GIOCO D’AZZARDO a cura di Erika Bortone 3^ C ITE

Il gioco d’azzardo è un fenomeno in fase crescente soprattutto fra le donne.
Il loro profilo: hanno in media 50 anni, sono mogli e madri, casalinghe in genere.
Quando le loro mansioni in famiglia, insieme magari anche ad un proprio lavoro, diventano ingestibili, ecco che il ricorso al gioco, dapprima, e la dipendenza, poi, dal gioco, le fanno divenire facili prede.
Infatti, il gioco diventa uno dei mezzi per sfuggire ai problemi, come si originano tutti gli altri vizi. 
Iniziano, quasi tutte, con l’obiettivo di estraniarsi dal contesto di routine familiare in cui sono, creando l’alterenatova del gioco come forma di “non pensiero”. A questo punto il gioco diventa come una “stampella” che viene in aiuto quando se ne ha bisogno.
L’azzardo è una malattia seria, una dipendenza terribile, ma si può guarire, esistono delle strutture finalizzate per curare le persone che cadono entro la rete.
Chi cerca aiuto può rivolgersi al SERD(SerD sono i servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario ). Qui si interviene con colloqui individuali o, anche, con terapie di gruppo.
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, i pazienti presi in carico aumentano del 15/20% ogni anno. E, ed è un caso preoccupante, che il Lazio, la nostra regione, sia una delle più colpite dallòa presenza di giocatori/trici rispetto al resto dell’Italia, battuti solo dall’Abruzzo per spesa pro-capite(Ottobre 2012).

















Sarebbe necessaria una giusta politica che eliminasse la dipendenza, soprattutto nelle donne, agendo sia nella riduzione delle strutture di gioco, sia creando delle alternative socio-culturali per le donne stesse, soprattutto quelle che vestono il ruolo di casalinghe.


I “GRANDI” SI COMBATTONO, E I BAMBINI(*)?   a cura di De Vellis Sara 3^ C ITE
(*) I BAMBINI DI ALEPPO

Mentre in questo momento ognuno di noi sta pensando a comprarsi un nuovo telefono, o sta facendo spensieratamente qualsiasi attività, da un’altra parte del mondo uomini, donne, anziani e bambini, stanno combattendo una guerra che va avanti dal 2011.
La Siria è in una situazione davvero critica, tra i ribelli divisi tra di loro e alcuni affiancati dall’ISIS, e tra i sostenitori del regime. Nonostante i tentativi pacifisti dell’ ONU, come la conferenza di pace a Ginevra, attualmente la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. 
Da ieri bombardamenti sulla Siria al confine con la Turchia, hanno ucciso moltissimi bambini innocenti. Sconvolgente è la foto che nostrano oggi i TG, un bambino che viene calato dal solaio di una casa distrutta per salvarlo. I suoi vestiti, un pigiama, le membra inermi e un paio di scarpette ai piedi di gran lunga più grandi del numero del bambino, rimarranno nel nostro immaginario per molto tempo. 

La cosa più grave di tutto ciò è il coinvolgimento dei bambini, alcuni di loro rimasti orfani, altri in vita per miracolo. 
Bambini che non hanno una casa, cibo, medicinali, che vivono in un perenne stato di ansia e angoscia, da un momento all’altro potrebbero essere colpiti da una bomba. Ancora più crudele che alcuni di loro vengono presi, sequestrati, e addestrati a combattere una guerra così malvagia.
Bisogna intervenire per poter ridare a questi bambini i loro diritti, il diritto ad un’istruzione, diritto ad essere liberi, per poter dare loro la speranza di un futuro migliore.


OH, UN ROBOT LICENZIATO!!   a cura di  Bortone Erika 3^C ITE

A Londra è stato licenziato un robot perché non aveva svolto in modo efficace il suo lavoro. 

Il colmo è che i robot, a detta quasi di tutti, sostituiranno il genere umano, e non è plausibile che un robot sbagli nel svolgere il suo lavoro. 

Il robot era un esperimento filmato dalla BBC nel programma "Sei robots e noi" e mostra proprio il robottino che saluta i clienti in maniera scherzosa. 

 Il robot della Heriot-Watt University avrebbe dovuto dare indicazioni ai clienti e dargli rassicurazioni con modi gentili, anche dargli "il cinque" e dando indicazioni ai clienti.

Il robot, chiamato Fabio, non riusciva a capire le richieste dei clienti e questo faceva sì e in modo che rispondesse in modo molto vago. Così facendo,  i suoi capi hanno deciso di demansionarlo, ovvero di cambiargli le consegne, mettendolo a offrire dell'arrosto di  Ed è stato qui che ha dato il peggio di sé,  infatti il suo incarico  era invitare i clienti ad assaggiare alcuni cibi, ma ha perso il confronto con i suoi colleghi umani. Questi ultimi ultimi riuscivano ad attirare circa 12 clienti in 15 minuti, il robot, solo due. E in più creava un certo spavento per  Lo scienziato,  papà di Fabio, ci ha tenuto a precisare che il robot era una invenzione ed è rimasto per una settimana per dare modo alla BBC di testarlo e filmarlo. 
Fabio ci fa capire quanto il progresso non è un semplice gioco,  e che lui stesso è  servito solo a strappare delle foto. Forse è troppo presto per un mondo in cui ci sia l'utilizzo dei robot come commessi, sia perchè non sono pronti loro e perché non siamo pronti noi.

Si può dire allora che il robot non ha superato il periodo di prova e che ne ha di strada da fare prima di imparare a fare il commesso. Ma anche noi!



L'ANZIANITA' IN ITALIA, OVVERO L'INVECCHIAMENTO   di De Santis Andrea 3^ B ITE


L’invecchiamento della popolazione in Italia è un elemento strutturale, reso ancora più . dalla crisi economica, oggi si dice che il nostro sia un paese che muore a causa delle poche nascite, che secondo i dati statistici sono sempre più bassi, vengono oltretutto rilevati anche un maggior numero di anziani rispetto ai giovani, dell’indice di vecchiaia ovvero il rapporto tra la popolazione over 65 e la popolazione di etá 0-14, moltiplicato per 100.

Anche se si sostiene che più di invecchiamento si potrebbe iniziare a parlare di allungamento della vita, è comunque un dato di fatto che siamo tra i paesi più vecchi e longevi. 
E' ovvio anche che il tasso di natalità e fecondità sia molto basso, per cui si ha uno sbilanciamento continuo ed è purtroppo ancora impossibile prevedere l'andamento demografico nei prossimi anni.
Sicuramente il nostro governo dovrà provvedere a delle politiche per le famiglie, che sarebbero di gradimento per le nuove coppie, state l'attuale crisi economica che perdura dal 2011.
Ma la crisi non è l'unico fattore a determinare questa crescita negativa, le donne sempre più al lavoro e lo stesso esiguo se non nullo e la grande percentuale di disoccupazione giovanile costituiscono altri ambiti da indagare, ed è indubbio quindi che politiche di welfare, stato sociale, e di accesso al lavoro, oltre che di una sanità meno costosa e più vicina al cittadino, non facciano fare quel salto di qualità che si attende per poter programmare con maggiore serenità più gravidanze. 
Sebbene i governi abbiano inserito dei bonus per ogni figlio e detrazioni fiscali per i figli stessi, tali manovre si stanno rilevando in parte inique in quanto non sempre il periodo del bonus copre tutte le spese per il bambino nato e le detrazioni servono a poco se non si ha un lavoro fisso, altra problematica importante che non consente una futura e serena programmazione della famiglia.
Ecco perché lo stato deve aiutare in tutti i modi, anche facendo divenire gratuita la scuola sino all'obbligo, interamente, il costo dei liberi, dei libri, utenze, mezzi e servizi, è divenuto esorbitante e tale da non potersi più coprire economicamente.

LUCE & DATI: IMPORTANTE CONNESSIONE LI-FI a cura di Erika Bortone 3^ C ITE

Le aziende di illuminazione sostengono che la luce giocherà un ruolo fondamentale, in quanto essa permette di trasmettere dati e informazioni. 
Proprio per questo, il tema della luce e le misure per lo sviluppo e la regolamentazione del settore devono entrare in gioco. Questa rivoluzione avrà un grande impatto sulle aziende che, prima, si limitavano a progettare e realizzare apparecchi analogici. Oggi alle aziende servono fisici, oltre che architetti. 
In effetti la scienza ci spiega che è possibile attraverso la luce mandare, trasmettere e ricevere dati e informazioni, che lette nel sistema LI-FI, simile quindi al wi-fi, da qualunque device, pc, tablet, smartphone etc, stampanti ed altri hardware, potrà anche mettere in connessione internet o tra device stessi. 
Il cambiamento può portare parecchie opportunità, ma richiede anche investimenti, non sempre facili o possibili per le aziende. 
Le tecnologie si stanno perfezionando ancora, ma le aziende sono al lavoro e i primi sistemi progettati sono già sul mercato.  Questa rivoluzione è destinata a cambiare le alleanze e le sinergie per progettare e realizzare sistemi complessi. Servono competenze nuove e investimenti importanti, per fare in modo che gli imprenditori siano protagonisti di questo cambiamento come per esempio: imprenditori, fisici e ingegneri.